Una Lega che vuole unire ma che, inesorabilmente, divide. Mentre ancora continua il corteggiamento, con scaramuccia fra aspiranti fidanzatini, con Diventerà Bellissima, il partito di Salvini in Sicilia perde un altro pezzo, un altro deputato regionale. Il gruppo che si era formato con quattro deputati ha già perso il deputato Giovanni Bulla all’inizio di maggio e alla vigilia dell’ingresso in giunta del partito e adesso ne perde un secondo con il rischio di non poter restare costituito in gruppo.

A dare l’addio al partito è Marianna Caronia che già più volte era stata critica fino al limite della scissione. La polemica aveva riguardato l’assessore ai beni Culturali Alberto Samonà riguardo al quale  la Caronia aspettava un chiarimento che non è mai arrivato.  La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’ultima idea leghista lanciata nell’agire della politica siciliana, quella di cassare le preferenze in occasione delle elezioni regionali.

“Con la sua ultima dichiarazione il segretario della Lega in Sicilia, Sen. Candiani ha proposto l’abolizione delle preferenze per le elezioni regionali: un’ipotesi che mi ha sempre visto e mi vede contraria, perché credo che i cittadini debbano poter liberamente eleggere i propri rappresentanti nelle Istituzioni a tutti i livelli, compreso quello nazionale – dice senza mezzi termini adesso Caronia -. La dichiarazione di Candiani comunque non mi ha affatto stupita, perché è conferma ed espressione di una cultura e di una visione, ‘non molto democratica’ della politica della Lega, rispetto alla quale ho già espresso più volte e in diverse occasioni anche pubblicamente fortissime perplessità.
Ho preso atto del fatto che rispetto alle mie perplessità non è mai giunto l’annunciato chiarimento“.

“Mi sono quindi amaramente resa conto che questa visione e questa concezione verticistica è insanabilmente molto distante dai miei ideali politici e dalla mia storia politica e personale. Avevo scelto di aderire alla Lega perché convinta che il partito avesse scelto una linea davvero rispettosa dei territori, con una forte volontà di rappresentare le esigenze dei cittadini, delle famiglie, delle imprese, coinvolgendo e valorizzando storie e culture politiche diverse.
Purtroppo ho conosciuto, da militante e parlamentare, una realtà ben diversa all’interno della Lega in Sicilia, con la pressoché totale assenza di analisi, proposte e idee per affrontare i tanti problemi della Sicilia”.

La critiche piovono a grappoli “Dall’esperienza dell’ultima finanziaria, dove nessuna, e sottolineo nessuna proposta è stata avanzata dal partito per affrontare concretamente le problematiche della nostra Isola, ho assistito al contrario al pressoché totale vuoto di idee costruttive. Ho assistito ad una politica che, almeno per la Lega in Sicilia, sembra basata unicamente su una sterile retorica senza alcuna proposta che possa essere di concreto sostegno e stimolo all’azione del Governo Musumeci”.

Da qui la decisione formale: l’addio “Non è questa la politica che mi piace per cui credo corretto che le strade istituzionali fra me e la Lega, senza alcun rancore ma con chiarezza, coerentemente, si dividano”.

Di fatto nel gruppo all’Ars della lega restano in due: Orazio Ragusa e Antonio Catalfamo ma lo stesso Ragusa non sembra proprio a suo agio secondo le chiacchiere dei corridoio di palazzo così come lo stesso capogruppo Catalfamo ha più di una lamentela da presentare alla dirigenza del partito. Alla fine del percorso c’è il rischio che la Lega torni ad avere un assessore ma senza gruppo politico visto che per regolamento servono almeno 3 parlamentari per formare gruppo a meno che il Presidente dell’Ars non firmi una deroga.

A fine mattina arriva la replica del commissario leghista in Sicilia. “Una persona complicata che parla di ogni scelta politica in ragione del ‘mio elettorato’, dei ‘miei voti’, dei ‘miei amici che mi hanno sostenuto’, esasperando i termini di ogni questione come fatto platealmente al momento della nomina dell’assessore Samonà. È evidente che non è questione di ‘democrazia’, come le torna comodo ora dire” sostiene il Sen. Candiani.

“Erano mesi che ogni pretesto era buono per creare tensione. Comunque se cambiare quattro gruppi in due anni e mezzo è cosa per lei normale, posso solo augurarle buona fortuna. Però, non confonda le sue esigenze personali e quelle dei suoi amici con la democrazia” conclude il segretario della Lega in Sicilia.

Non si fa attendere la controreplica “Nell’annunciare la mia fuoriuscita dalla Lega ho sottolineato le motivazioni, tutte politiche e ideali di tale scelta. Mi spiace che, confermando purtroppo proprio quanto da me detto rispetto alla cultura politica della Lega in Sicilia, il Senatore Candiani si sia abbandonato ad insulti gratuiti. Forse avrebbe fatto meglio, nel suo proprio interesse, ad interrogarsi sulle ragioni della inarrestabile fuga dal suo partito. Mi scuserà quindi il Senatore Candiani, con tutti coloro che in queste ore commentano con livore la mia scelta politica – conclude Caronia – se non intendo più seguirlo neanche e soprattutto su questo terreno. Ho finalmente ritrovato la mia serenità e il tempo di occuparmi di cose più serie”.

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