Brancaccio, perfiferia palermitana ‘calda’ dove comandano le cosche mafiose, balzò alle cronache nazionali nel settembre del 1993 con l’uccisione di Padre Pino Puglisi, il sacerdote, oggi Beato, che cercava di strappare i giovani alla criminalità del quartiere.

Adesso due ragazzi palermitani hanno deciso di raccontare questa difficile realtà con un libro illustrato dal titolo “Brancaccio. Storie di mafia quotidiana”, edito dalla casa editrice milanese Bao Publisjing (14 euro).

Sono Claudio Stassi (38 anni) e Giovanni Di Gregorio (42) il primo disegnatore, il secondo sceneggiatore. Vivono in Spagna da diversi anni e Claudio è originario di Brancaccio. La loro storia viene raccontata da Repubblica Palermo.

Giovanni è di formazione un chimico con la passione per la scrittura, ha cominciato a lavorare con la Sergio Bonelli editore, scrivendo storie di Dampyr e Dylan Dog, adesso è nello staff di Dampyr come disegnatore. Ha al suo attivo anche il fumetto tratto dal libro “Per questo mi chiamo Giovanni”, che racconta la storia del magistrato ucciso in autostrada con 500 chili di tritolo.

E’ davvero un lavoro pregevole il libro di Claudio e Giovanni, la cui prefazione è stata scritta da Rita Borsellino, che ha ricordato la paura e le pressioni subite dalla gente onesta di Brancaccio, coloro che vennero presi a pietrate durante un corteo dedicato alla memoria di Padre Puglisi.

Il racconto del libro, ambientato nel 1994, un anno dopo la morte di padre Puglisi, si snoda attraverso le strade di Brancaccio e le storie di tre personaggi, Nino, Pietro e Angelina. Nino va a scuola e frequenta la chiesa di San Gaetano, quella dove operò Don Pino, deve confrontarsi con i coetanei che fanno parte della malavita. Poi prende un motorino di un amico, ma in realtà sogna di imbarcarsi in un treno per andare via e lo scrive a don Pino. Ci riuscirà? Pietro è un venditore ambulante di pane e panelle, onesto ma legato alla cosca locale. Viene convocato da medico mafioso che lo costringe a portare da mangiare a un latitante, quest’ultimo gli consegna un pizzino per qualcuno ma sulla strada del ritorno al panellaro accade un imprevisto.
Angelina è una casalinga che i boss li ha sempre avuti accanto, immersa in un sistema clientelare di stampo mafioso.

Ma Brancaccio non è solo mafia. Lì ci abita anche tanta gente per bene, onesti genitori che lavorano per sfamare i figli, giovani ragazzi che studiano per un futuro migliore. E’ soprattutto a loro che è dedicato il libro, tre storie che faranno sicuramente riflettere.