Mario Biondo era un giovane e stimato cameraman palermitano di 30 anni, sposato da poco e trasferitosi a Madrid, per seguire la moglie, una giornalista e presentatrice televisiva spagnola.

Il 30 maggio 2013 è stato ritrovato cadavere nella sua abitazione, ‘appeso’ con una pashmina alla libreria del salotto. Per la magistratura spagnola si è trattato di suicidio, per Raquel Sanchez Silva – che ha tagliato i rapporti con la famiglia di Mario e non ha mai mostrato alcun interesse a fare luce sulle misteriose circostanze della morte del marito – delle fatali conseguenze di un gioco auto-erotico finito male.

I coraggiosi mamma Santina e papà Pippo, insieme ai fratelli Emanuela ed Andrea, sostengono da sempre che il giovane non si è tolto la vita, non avrebbe avuto motivo per farlo, stava per firmare un importante contratto di lavoro e nutriva grandi progetti ed ambizioni per il futuro. Qualcuno, ne sono convinti, ha ammazzato Mario, inscenando poi il suicidio.

La famiglia Biondo da tre anni porta avanti una strenua battaglia per la verità.

Lo conferma Santina in una lunga intervista rilasciata al giornale on line Il Sicilia.

“Mio figlio – dice la madre di Mario – è stato colpito sull’arcata sopraccigliare e sulla tempia sinistra, lo hanno stordito, strangolato e molte ore dopo appeso. Non abbiamo mai creduto che si sia tolto la vita. In quella casa non c’è la scena di un suicidio ma la messa in scena di un omicidio”.

Per le autorità spagnola Biondo si è suicidato e il caso è stato così chiuso il 16 luglio 2013, ma a questa tesi la famiglia del cameraman non ha mai creduto. Le perizie presentate dai Biondo raccolgono fondati elementi in grado di provare che il giovane sarebbe stato tramortito e poi strangolato, infine impiccato con una pashmina di cotone fissata all’estremità della libreria del salotto di casa. “E’ un suicidio impossibile – puntualizza Santina – immaginate una persona di 80 kg che prova a strattonare per soffocarsi con una pashmina di seta. E poi c’è un solco profondissimo al collo”.

Dall’ottobre del 2013 sul caso sta indagando la Procura di Palermo, l’ipotesi di reato è quella di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. Le indagini continuano.

Come riporta ancora Il Sicilia, una relazione del consulente tecnico di parte, il prof. Maurizio Cusimano, attesta che: “1) la posizione del corpo, come da ritrovamento, è incompatibile con il volontario posizionamento nell’ambito di una dinamica suicidiaria; 2) le forze fisiche in gioco non avrebbero permesso lo stazionare della testa nella posizione come da ritrovamento; 3) le stesse forze fisiche non avrebbero lasciato intatti gli arredi e le suppellettili alle spalle del corpo del Biondo; 4) la regione tempiale sinistra del Biondo presenta lesioni compatibili, come dimostra uno degli oggetti presenti sulla scena (il posacenere); 5) il solco presente sul collo non è compatibile con l’agente lesivo individuato nella pashima”.

La testa di Mario è stata ricostruita in 3D per effettuare delle misurazioni fotogrammetriche e dalla comparazione con un oggetto presente sulla scena tali misurazioni appaiono compatibili con un posacenere: le dimensioni sono “pressoché identiche”.

Il consulente si è anche espresso “sulla possibilità che uno degli oggetti presenti sulla scena del crimine avesse potuto fungere da agente lesivo strangolante”, e alcuni cavi trovati in casi “hanno dimensioni totalmente compatibili col cavo utilizzato durante gli esperimenti in laboratorio” per i calchi della perizia.

Ma c’è di più. Una consulenza tecnica disposta dalla Procura di Palermo avrebbe accertato che sul computer di Mario, dopo la sua morte, qualcuno avrebbe agito per cancellare dei dati. Della favola d’amore tra Raquel e Mario, suggellata da un fastoso matrimonio celebrato a Taormina appena un anno prima della morte del ragazzo, non rimane niente.

Anche perché secondo le rivelazioni di Santina e Pippo, già poco dopo le nozze, le tensioni tra la coppia erano emerse in modo drammatico. Mario avrebbe sospettato della moglie, del suo passato forse torbido, sino al punto di fare delle ricerche sul web per rintracciare un presunto video a luci rosse riguardante Raquel.

“Mario cercava video porno a nome Raquel Sanchez Silva – rivela la signora Santina -. Abbiamo le prove. Lei dopo il funerale è sparita, non ha risposto più alle nostre chiamate, si è allontanata e si è opposta alla riapertura del caso. Noi vogliamo capire cosa sia successo quella maledetta notte. In Spagna hanno chiuso subito le indagini senza fare nessun tipo di indagine, si sono affidati solo alla relazione medico-legale, nella quale è stato dimostrato che c’erano anche delle false dichiarazioni”.

In questa vicenda c’è stato anche una sorta di braccio di ferro tra le autorità spagnole e quelle italiane.
Le foto del ritrovamento del corpo, scattate dalla Polizia scientifica, la Procura di Palermo le ha richieste per due anni e mezzo, ma il giudice che ha chiuso il caso le ha sempre negate. I giudici italiani le hanno finalmente ottenute nel gennaio 2016, quando si sono recati a Madrid per la seconda rogatoria internazionale e le hanno avute direttamente dalla Polizia scientifica spagnola.

“Noi abbiamo avuto le foto direttamente dalla Procura di Palermo“, spiegano i Biondo. “Le foto della scena del crimine, cristallizzate e documentate dalla Polizia scientifica, parlano chiaro, testimoniano che il posacenere che c’è nel salotto è pulito, fin troppo, c’è una sola lattina di bibita e acqua minerale. Mario è stato ammazzato e poi posizionato come un fantoccio. Vogliamo sapere chi c’era con lui quella notte”.

La moglie di Mario agli inquirenti ha fornito elementi contrastanti. In una dichiarazione spontanea rilasciata il 5 giugno 2013 alla Polizia, la vedova afferma che “fino al giorno precedente non era entrata nel suo domicilio, anche se sapeva da alcuni amici, a cui aveva chiesto di prenderle degli indumenti, che c’erano molte lattine di birra così come posacenere pieni di sigarette consumate“.

La signora Santina si rivolge direttamente a Raquel: “A questo punto le conclusioni sono due, hanno mentito i tuoi amici o hai mentito tu Raquel Sanchez Silva? È chiaro dalle foto che mio figlio era comodamente sdraiato con le ciabatte lasciate lì accanto. Si notano sul divano: pc portatili, telecomando tv, l’accendino che gli aveva regalato Emanuela e che non lasciava mai. Sul tavolino del salotto il cellulare a portata di mano, il telecomando della consolle, un pacchetto di tabacco con accanto un altro accendino, una lattina e un posacenere troppo pulito. Mio figlio quando è stato ammazzato era tranquillamente adagiato sul divano e i suoi assassini lo hanno preso a tradimento. La posizione in cui è stato ritrovato, appeso in rigor mortis da ore, corrisponde esattamente alla posizione in cui è stato lasciato morto per diverse ore su quel maledetto divano. Tutto questo è stato dimostrato dai nostri periti con tanto di ricostruzione grafica e viene confermato da una nuova perizia di un esperto criminologo. Quante menzogne hanno detto su Mario, con quanta brutalità lo hanno ucciso e ne hanno occultato le prove dell’omicidio. Quanto male gli hanno fatto. Hanno spento il suo sorriso ma la sua anima vive e vivrà per sempre. Stiamo impegnando tutte le nostre forze e tanto denaro ma, costi quel che costi, arriveremo alla verità”.

(foto tratte da Il Sicilia)

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