La Regione deve accelerare l’iter di pagamento alle imprese e in caso di ritardi deve riconoscere anche gli interessi. In questo momento di difficoltà del tessuto economico è necessario che la pubblica amministrazione sia motore e impulso.

Il vicepresidente della Regione Gaetano Armao scrive una circolare  indirizzata ai dipartimenti regionali e agli uffici speciali con la quale chiede di “imprimere un’accelerazione dei pagamenti nei confronti dei creditori della pubblica amministrazione”.

“Al fine di contrastare i pesanti effetti economico-finanziari derivanti dalla pandemia da Covid-19 e data la pubblicazione e l’entrata in vigore della manovra regionale”, approvata pochi giorni fa, il vicepresidente Armao chiede di “Attivare con la massima tempestività tutte le procedure necessarie a velocizzare i pagamenti nei confronti dei creditori della pubblica amministrazione”, così come prevede il decreto legislativo 231/2002.

Il creditore – spiega la circolare – ha diritto alla corresponsione degli interessi moratori sull’importo dovuto, che decorrono dal giorno successivo alla scadenza del termine per il pagamento.

Sullo sfondo, c’è la necessità del sistema produttivo siciliano di poter contare sull’immissione di liquidità diretta, per ripartire e affrontare la cosiddetta Fase 2.

Intanto per la ripresa dell’economia in sofferenza per l’emergenza Covid19, la Sicilia la Sicilia ha chiesto alla Conferenza Stato-Regioni di “prevedere la modifica normativa in materia di appalti sul modello ‘Genova’, con la massima semplificazione delle procedure” e “un ulteriore semplificazione delle disposizioni per l’accesso al credito, in questo momento irrigidito da farraginose procedure, e all’anticipazione alla cassa integrazione in deroga”.

La previsione è messa nero su bianco nella relazione consegnata alla Conferenza Stato-Regioni dall’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao. Altra misura che per il governo Musumeci deve essere inserita nel Def è “l’estensione e lo snellimento delle possibilità di compensazione dei crediti verso la pubblica amministrazione e dei tempi di pagamento”.

Infine il governo Musumeci spinge affinché “venga accolta la più che legittima richiesta formulata dalle Regioni a statuto speciale: veder ridotto o, come prospettato, azzerato per il 2020 ed il 2021, il contributo al risanamento della finanza pubblica che per la sola Regione siciliana ammonta a 1,1 miliardi di euro per far fronte alle drastiche previsioni di minor entrata: questione che diviene ineludibile, adesso, per il governo nazionale”.