Capire cosa è successo a Villa Maria Eleonora, come il contagio sia entrato nella struttura sanitaria e perchè? E’ questa la priorità per la Regione siciliana che accende i riflettori sulla clinica di alta specializzazione dove  il Covid19 è arrivato come un fulmine proprio quando sembrava che la situazione navigasse verso il controllo dell’epidemia su tutto il territorio regionale.

Il focolaio Villa Maria Eleonora, invece, rischia adesso di far lievitare tutti i dati e allungare nel tempo il blocco siciliano proprio quando il contagio cresceva in modo stabile, i guariti avevano superato i deceduti e le terapie intensive cominciavano a svuotarsi senza essersi mai riempite.

Sia chiaro, nulla è perduto e l’epidemia è gestibile in Sicilia. Ma questo episodio andava evitato e gli epidemiologi vogliono capire se ci sia qualcosa che non ha funzionato.

Per questo bisognerà verificare se siano stati rispettato tutti i protocolli anti contagio, come sono state gestite le visite parenti, come sono stati gestiti gli interventi urgenti e indifferibili e se tutte le attività cliniche non Covid fossero urgenti e indifferibili. Verifiche che saranno fatte nelle prossime ore e nei prossimi giorni parallelamente alla profilassi ovvero al controllo di tutti i contatti avuti dai positivi.

Quale che sia la causa di tutto, però, bisogna fronteggiare una situazione delicata. 149 i tamponi che sono stati effettuati. Di questi 54 pazienti e 150 tra fornitori e personale sanitario. In questa prima fase da controllare saranno circa 350 persone considerando anche i parenti dei pazienti che sono venuti a contatto all’interno della clinica.

Alla fine di una lunga e difficile giornata di controlli incrociati complessivamente nella struttura i contagiati ufficialmente sono 22 nonostante durante la giornata si era sparsa voce insistente che fossero già 39. In serata, inoltre, la Regione conferma ufficialmente che verrà disposta una ispezione.

La struttura, inoltre, ha messo a disposizione 30 posti letto non Covid-19, in modo da ridurre la pressione sulle strutture pubbliche mediante trasferimento e presa in carico di pazienti di degenza ordinaria.

Intanto preoccupazione per il personale la avanza la Cgil “Chiediamo se all’interno della struttura, considerato è stato già sostituito il personale e sono stati trasferiti i pazienti risultati positivi al tampone, siano state effettuate le dovute procedure e adottate le giuste precauzioni onde prevenire il propagare del contagio”, scrive in una lettera inviata alla direzione di Villa Maria Eleonora Rita Barranco, segretario Fp Cgil Palermo.

La Funzione pubblica della Cgil, in particolar modo, chiede di sapere se sia stata fatta la sanificazione degli ambienti di tutta la struttura (come previsto dalla circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del ministero della Salute) e di conoscere il risultato dei tamponi eseguiti su tutto il personale e sui pazienti attualmente ancora ricoverati. “Inoltre -aggiunge Rita Barranco – vorremmo sapere se a tutto il personale siano stati forniti di dispositivi di protezione individuali e le mascherine FFP3, secondo le indicazioni dell’Istituto superiore di sanità, e se all’interno della struttura risultano ancora dei pazienti risultati positivi e se sono stati allocati in stanze singole”.

Tutte risposte alle quali la Fp Cgil chiede un immediato riscontro perché decisive per decidere se la struttura possa continuare a stare aperta mantenendo ricoveri e attività chirurgica. “Ove non fossero state seguite le linee guida impartite dal ministero della Salute, riteniamo possa essere lesivo alla salute dei lavoratori continuare a svolgere il proprio lavoro all’interno della clinica – aggiunge il segretario Fp Cgil Palermo – Vista l’importanza dell’argomento trattato, si chiede una pronta risposta. Il protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid 19 negli ambienti di lavoro, sottoscritto il 14 marzo dal presidente dal Consiglio dei Ministri, dal ministro dell’Economia, del Lavoro e delle Politiche sociali, dello Sviluppo economico e della Salute e dalle parti sociali, prevede che la prosecuzione delle attività possa avvenire solo a condizione che siano assicurati ai lavoratori adeguati livelli di protezione. E per favorire il contenimento del virus è possibile prevedere la sospensione delle attività”.

“Il 24 marzo è stato, altresì, siglato il protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della Sanità, dei Servizi Socio Sanitari e Socio Assistenziali in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid-19” al fine – prosegue Rita Barranco – di garantire misure organizzative atte ad assicurare la massima tutela sia degli operatori che dei pazienti in maniera omogenea in tutto il territorio”.

E sulla vicenda interviene anche l’opposizione 5 stelle “Prevenire altri casi Villa Maria Eleonora, si attivi una task force per le numerose case di cura e le residenze per anziani” chiedono deputati all’Ars, Roberta Schillaci e Giorgio Pasqua, dopo i numerosi casi di contagio da Covid 19 registrati nella clinica palermitana.

“Servono a poco – dicono i deputati – gli sforzi e i sacrifici per il distanziamento sociale se poi scoppiano focolai che possono diventare importanti e pericolosi nelle case di cura e di riposo, rischiando di fare impennare i casi di malattia e spostando nel tempo il ritorno alla normalità. Villa Maria Eleonora sia messa al più presto in sicurezza per restituire un minimo di serenità ai dipendenti i e ai loro familiari, cui ovviamente esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza”.

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