Procede a rilento l’analisi del così detto ddl “collegato” ovvero la mini finanziaria aggiuntiva della Regione Siciliana che doveva essere approvata subito dopo la Legge di stabilità ed è invece slittata fino ad oggi. Dopo i due ko della maggioranza della settimana scorsa sugli articoli 8 e 9, bocciati con voto segreto,  la coalizione di governo ieri ha tenuto per un poco approvando tre articoli (12, 13 e 16). Poco prima dell’esame dell’articolo 17, composto da 12 commi, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ha chiesto, però, una pausa dei lavori d’aula: “Ogni comma è una legge – ha detto Miccichè – questo più che un articolo somiglia ad una finanziaria. Credo sia opportuno un ulteriore passaggio dalla commissione”.

L’articolo è quindi stato rimandato in commissione Bilancio, che lo esaminerà a partire da oggi. “La norma tornerà in aula giovedì – ha aggiunto Miccichè – quando ci auguriamo di poter concludere l’esame dell’intero ddl”.

“Tra articoli bocciati, stralciati ed accantonati del ‘ddl collegato’ resta ben poco” attacca il capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo.

“E’ evidente che il governo arranca e non riesce ad uscire dalla crisi – aggiunge il parlamentare regionale – né a ricompattare la maggioranza. Non c’è il cambio di passo che serve alla Sicilia. Tra le poche norme apprezzabili, per quanto insufficienti, – conclude Lupo – quella che riguarda il sostegno alle attività sportive giovanili”.

Per l’altra opposizione, quella a 5 stelle, invece ci sono buone notizie sulla disastrata strada delle incompiute siciliane: un emendamento (naturalmente pentastellato) finito nel testo dell’articolo 13 del collegato alla Finanziaria regala ai Comuni qualche carta in più per completare le opere mai finite ricadenti nel loro territori.

“I Comuni – afferma Nuccio di Paola – impossibilitati ad eseguire o completare, per causa di forza maggiore, i lavori finanziati, sono autorizzati ad utilizzare le risorse per completare le opere presenti nel territorio ed inserite nell’elenco regionale delle incompiute che nel 2017 erano 162. Gran parte di queste opere le abbiamo visitate durante il tour estivo e sarebbe veramente auspicabile poterle portare a compimento. Ovviamente monitoreremo che questa norma venga effettivamente applicata”.o

Intanto dal dibattito d’aula emerge un’altra storia in salsa siciliana. Il censimento del patrimonio immobiliare della Regione Siciliana è costato circa 90 milioni, ma i risultati sono contenuti in un server del quale non si ha la password a causa di un contenzioso con la società che lo ha effettuato. Nel frattempo la Regione vuole rifare il lavoro, affidandolo questa volta a strutture interne.

La vicenda, che ha inizio alcuni anni fa, ha visto la sua nuova “tappa” proprip nel corso del dibattito all’Assemblea Regionale Siciliana sul “collegato”.

L’articolo 11, proposto dal governo guidato da Nello Musumeci, prevede infatti di affidare al Dipartimento tecnico regionale ed al Genio Civile la “ricognizione straordinaria della situazione patrimoniale della Regione”. Un lavoro che come ha detto in aula l’assessore all’Economia Gaetano Armao è già stato effettuato alcuni anni fa dalla Spi (“Società Patrimonio Immobiliare”, società mista Regione-privati) “ma i risultati – ha ricordato Armao – sono contenuti in un server del quale, per un contenzioso, non abbiamo la password”. Da qui la proposta di Armao: rifare il censimento affidandolo a Dipartimenti e strutture interne alla Regione.

“Questa situazione l’ho ereditata, sto solo cercando una soluzione per non lasciare tutto in stallo. Si tratta di un lavoro importante e necessario, un obbligo di legge – ha aggiunto Armao – oltretutto i dati contenuti in quel server risalgono ad alcuni anni fa, se anche fossero a nostra disposizione andrebbero comunque aggiornati. In ogni caso, mi impegno personalmente per fare in modo di averla, quella password”. La norma ha sollevato dubbi, soprattutto nell’opposizione, ed alla fine è stata rimandata in commissione Affari istituzionali per un approfondimento.

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