Dure accuse da parte dei sindacati nei confronti dell’Assessore alle Attività Produttive Turano e al governo regionale sulla gestione dell’Irsap, Istituto per lo Sviluppo delle Attività Produttive. È la Fp Cgil Sicilia che lancia una serie di critiche che vanno dalla mancata nomina del Cda di un Commissario Straordinario, che possa adeguatamente amministrare l’ente, alla mancata applicazione del nuovo contratto di lavoro.

Secondo la segreteria della sigla sindacale sono ancora tante le problematiche irrisolte dell’Istituto, per le quali è stato chiesto d’incontrare l’assessore Turano. Secondo la Cgil, nonostante la richiesta dell’Irsap, l’assessorato non avrebbe ancora ampliato i poteri al commissario ad acta. “Un fatto assolutamente grave – si legge in una nota della segreteria regionale di Fp Cgil –  che ha come conseguenza il mancato adeguamento stipendiale dei dipendenti, nonché la mancata erogazione degli arretrati contrattuali per il triennio di riferimento, somme che ancora oggi la Regione non ha trasferito all’Irsap”.

Tra i problemi evidenziati dal sindacato anche la mancata approvazione da parte della Giunta di Governo del Piano del Fabbisogno di personale che blocca l’avvio delle procedure di stabilizzazione del personale precario, che da circa 25 anni presta attività nelle ex Asi e successivamente nell’Irsap.

La Cgil ricorda a Turano e al governo regionale che “le procedure di stabilizzazione si dovranno concretizzare entro il prossimo 31 dicembre, data oltre la quale si rischia il licenziamento di 34 lavoratori prestanti servizio nelle 11 sedi Irsap della Sicilia, con gravi conseguenze economiche e sociali per le famiglie degli stessi”.

“Una situazione assurda – conclude la nota – e nello stesso tempo paradossale, perché nel frattempo la Regione sta svuotando di contenuti l’Irsap, cedendo ai Comuni tutte le competenze su strade ed impianti degli agglomerati industriali, senza indicare alcuna prospettiva futura per le sorti dell’Istituto, lasciando praticamente nel limbo il personale ed in particolare dimenticando quello precario, che da anni aspetta la serenità lavorativa che anche questo Governo sembra voler negare”.