In Italia, dove spesso a spoposito si parla di correttezza e di falsa meritocrazia, la sentenza che sancisce la retrocessione in C del Palermo è proprio lo specchio del sistema Paese. Si giocano i playoff, dunque, e tanti saluti al diritto e alla coerenza. Se dovessimo analizzare la decisione da tecnici del calcio, allora diremmo che non si capisce il perchè di due pesi e due misure.
Ci riferiamo alla penalizzazione per irregolarità amministrative del Chievo: se fosse stata adottata la stessa linea, il Palermo (magari con qualche punto in meno) sarebbe ai playoff per giocarsi sul campo le sue possibilità di promozione. Invece niente. L’appello? Sarà discusso il 23 maggio, cioè dopo l’inizio delle partite. E se il Palermo ne uscisse pulito? In barba a qualsiasi giurisprudenza, la società è stata condannata in anticipo, come se in un qualsiasi processo si andasse subito in carcere senza prima passare dagli altri due gradi di giudizio.
Si dirà….è giustizia ma sportiva, segue regole diverse. Non è vero, ovviamente. L’eccezione è proprio il Palermo. Certo, a pensare male, ci si potrebbe anche azzeccare. È mai possibile che a decretare la serie C, in maniera repentina, siano stati proprio gli stessi club che hanno beneficiato della decisione? Gente come Massimo Mezzaroma, presidente della Salernitana alter ego di Claudio Lotito, che grazie alla cancellazione dei playout, ha ottenuto la salvezza diretta dei campani. Poi Massimo Santopadre, presidente del Perugia, con gli umbri che dal nono salgono all’ottavo posto, per giocare i playoff. Gente come Daniele Sebastiani con il suo Pescara e Oreste Vigorito, presidente del Benevento che ha firmato l’esposto contro il Palermo per farlo precipitare in C senza spareggi. O come Joe Tacopina, presidente del Venezia che si è salvato a tavolino? Dire conflitto d’interessi è poco…
Il Palermo, adesso, ha fatto ricorso al Coni cercando di fermare play-off e play-out che cominciano oggi. Probabilmente non ci riuscirà. Quel calcio che prima lodava e blandiva Zamparini, ora lo ha messo alla gogna e non certo per nobili motivi. Alla base di tutto ci sono gli interessi, economici o “politici”, fate voi. Un tempo Zamparini e il Palermo poteva assecondarli, oggi che non è più così, tutti si sono rivoltati contro. Insomma il sistema calcio non vuole il Palermo nelle serie che contano. Quindi lottiamo ma pensiamo a ripartire dalla C, con dignità, coraggio e con la speranza di riprenderci sul campo quello che è nostro, cioè un campionato degno di una città come Palermo.
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