Fino a ieri era un allarme, adesso sembra essere diventato molto di più di un semplice rischio. Trecento milioni di euro destinati alla città di Palermo prendano il volo (qui tutti i progetti iniziali). Ma il tema non riguarda e non riguarderà solo la città di Palermo. Tutte le grandi città siciliane rischiano di perdere i soldi del patto per lo sviluppo o almeno una parte consistente di essi. Si tratta, nel complesso, di due miliardi di euro che ritornerebbero nelle disponibilità romane (inizialmente erano 6 miliardi) andando a mettere a posto un po’ di conti e permettendo al governo di sistemare più di un problema a spese ancora una volta del Sud che non sa usare le proprie risorse
Il governo intende riportare indietro somme che aveva precedentemente stanziato revocando i finanziamenti a tutte le opere del Patto non ancora dotate di progettazione esecutiva o che non lo saranno entro il 31 dicembre e Palermo è al centro di questi progetti. E questa impostazione del Decreto Fisco in nottata è stata ritenuta attendibile dalla Commissione finanze della Camera che ha fatto fare un passo avanti alla norma. La Commissione ha anche determinato la destinazione di parte delle risorse che potranno essere revocate approvando l’emendamento del governo al dl fisco che autorizza per il 2019 “una spesa da 460 milioni per il finanziamento di investimenti infrastrutturali della rete ferroviaria nazionale”.
Sale anche, ma con fondi diversi, l’indennità dei sindaci dei comuni fino a 3 mila abitanti, arrivando all’85% di quella spettante ai primi cittadini dei comuni con popolazione fino a 5 mila abitanti: in base al calcolo di alcuni componenti della commissione Finanze della Camera, la cifra crescerebbe quindi a circa 1.400 euro netti.
Ma tornando alla revoca dei finanziamenti Palermo e le città del Sud hanno grandi responsabilità da scontare. Dalla fine del 2016, quando la delibera del Cipe è diventata operativa, si è riusciti a spendere poco meno del 10 per cento dell’intero ammontare stanziato. Molti degli interventi non hanno nemmeno un progettista incaricato, ad esempio. Neanche le nuove linee del tram,del valore di 199 milioni sono giunti a questo livello di pianificazione e sarà sicuramente l’opera su cui l’amministrazione farà di tutto per evitare il disimpegno delle somme.
Il sindaco ha già strigliato gli uffici ed ha chiesto agli uffici l’elenco degli interventi e lo stato della pianificazione per avere un quadro completo e quanto più preciso possibile su cose definitivamente perdute e ciò che ragionevolmente si può tentare di salvare. Si spera di recuperare tutto il recuperabile grazie ad un cavillo. Si tenta una trattativa col ministro per il Sud per una interpretazione della norma che permetta di estendere anche ai progetti definitivi la possibilità di essere salvati.
Inevitabili le polemiche anche da parte di chi non era d’accordo sul come spendere questi soldi ma non tollera comunque che vadano persi
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