Non solo petrolio, l’export siciliano ha cominciato a correre anche per le imprese manifatturiere. Reduce da un primo semestre brillante dopo anni di calo (da gennaio a giugno hanno piazzato merci per 4,6 miliardi di euro, pari a +29,7% sui 3,5 miliardi dello stesso periodo del 2016), secondo l’ultima rilevazione Istat diffusa da La Sicilia, nei tre mesi successivi le aziende hanno conosciuto un fortissimo incremento degli ordinativi stranieri che ha portato in avanti l’asticella dell’incremento fino al +32,7% per il periodo gennaio-settembre con un fatturato complessivo di 6,8 miliardi di euro.

L’incremento registrato nell’Isola è secondo solo alla Sardegna e notevolmente più elevato della media nazionale che a settembre si è attestata a +7,3%. Positiva la diversificazione dei mercati: le esportazioni siciliane sono aumentate del 19,2% verso i Paesi dell’area Ue e di ben il 43,9% verso i Paesi extra Unione europea. I prodotti siciliani di qualità e di nicchia sono sempre più apprezzati in nuovi mercati, quali la Cina, la Corea del Sud, alcuni Paesi africani e i Balcani.

Fra le nove province dell’Isola la più dinamica è Siracusa che registra un +44,7%. Riguardo ai settori, resta preponderante il peso dei prodotti petroliferi raffinati, con +49,6%, ma anche i prodotti manifatturieri vantano un +36,5% con l’inatteso +96,4% dei prodotti tessili. Lieve calo dell’agricoltura (-2,5%).