• Celebrazioni a Palermo per l’anniversario della strage avvenuta in località Passo di Rigano
  • Sette carabinieri persero la vita per mano della banda del bandito Salvatore Giuliano
  • Il sindaco, “Una strage che non dev’essere dimenticata”

Il vicesindaco, Fabio Giambrone, ha partecipato stamani, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, alla commemorazione del 72° anniversario della strage di Passo di Rigano in cui sette carabinieri persero la vita per mano della banda del bandito Salvatore Giuliano.

Omaggio al sacrificio dei militari

Questa mattina alle ore 10.00, sul luogo dell’eccidio, accolti dal Colonnello Giampaolo Zanchi, Comandante del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia”, ed alla presenza del Gonfalone della Città di Palermo, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare, Giuseppe Forlani, Prefetto della Provincia di Palermo e Giambrone vice sindaco del Comune di Palermo. Presenti anche il Generale di Brigata Rosario Castello, Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, il Generale di Brigata Arturo Guarino, Comandante Provinciale Carabinieri di Palermo e Ignazio Buzzi, Ispettore Regionale per la Sicilia dell’Associazione Nazionale Carabinieri.  «Il ricordo di un evento così lontano nel tempo – sottolinea Giambrone – è l’occasione per rendere un doveroso omaggio al sacrificio di quanti allora persero la vita ed esprimere, ancora una volta, gratitudine e apprezzamento per il lavoro svolto quotidianamente da donne e uomini dell’Arma, a difesa della legalità e del vivere civile».

L’esplosione della mina

Il grave evento criminoso provocò la morte di sette Carabinieri effettivi al Battaglione Mobile Carabinieri di Palermo i quali, mentre viaggiavano a bordo di un autocarro militare unitamente ad altri commilitoni, furono uccisi dall’esplosione di una mina collocata sotto il manto stradale, azionata a distanza dal bandito Giuliano.

La commemorazione a Palermo

«Un eccidio organizzato dalla banda di Salvatore Giuliano – dichiara il sindaco, Leoluca Orlando – che, con la violenza e l’alleanza con poteri criminali, voleva imporsi sul territorio, grazie a vergognose coperture istituzionali. Una strage che non dev’essere dimenticata affinché si comprenda che se l’Italia è una democrazia, e se la Sicilia non è finita nelle mani di un separatismo violento e criminale, lo si deve anche al sacrificio di tanti, come quei sette Carabinieri che furono vittime dell’attentato».

 

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