E’ bufera sull’ex dirigente dell’Ufficio della Procura di Palermo specializzato nelle intercettazioni telefoniche, ambientali, video, audio e telematiche.

Dino Galati è in pensione dal 2013 ma è indagato con l’ipotesi di corruzione per un presunto scambio di favori nell’ufficio che dirigeva a vantaggio di alcune ditte private.

Come riporta il Giornale di Sicilia, secondo i dati relativi al periodo cui si riferisce l’ inchiesta sui presunti favori (2011-2012), le spese sostenute per le intercettazioni effettuate lievitarono da 28 a 36 milioni e mezzo. La cifra esorbitante dipese non solo da un numero maggiore di intercettazioni, ma soprattutto dai costi, sempre più alti, per il noleggio delle attrezzature dai privati.

In pratica Galati avrebbe avuto un rapporto privilegiato con una ditta che si occupa di intercettazioni e che fornisce per questo alla Procura strutture, server, tecnologie e dispositivi: in cambio dell’ assunzione di un familiare, il dirigente avrebbe garantito un trattamento di riguardo, sia per i tempi di liquidazione delle fatture che per l’assegnazione degli incarichi.

L’ indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia e dal pm Claudia Ferrari.

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