La continuità del Governo nazionale è importante anche per Palermo. Per questo motivo, il sindaco Roberto Lagalla, ha rivolto un appello a Mario Draghi ma non ha tuttavia firmato la lettera che 55 primi cittadini siciliani hanno inviato ieri al premier nella speranza che resti al suo posto.
Una posizione, quella di Lagalla, che appare una sorta di limbo.
Tripoli di Italia Viva: “Bene Lagalla su appello per stabilità, a rischio il Salva Palermo”
“Bene il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, per aver condiviso lo spirito dell’appello dei sindaci che chiedono stabilità e a Draghi di restare”. Così il responsabile degli Enti locali di Italia Viva Sicilia, Filippo Tripoli.
“Soprattutto in questo momento, – aggiunge – per la città metropolitana di Palermo, che si trova nel bel mezzo del default economico, e per i cittadini e le imprese, che rischiano di vedersi raddoppiare le tasse, un salto nel buio significherebbe veder vanificato il lavoro che si sta compiendo in sinergia con il governo nazionale per salvare Palermo con risorse economiche adeguate”.
“Una crisi di governo prolungata con il rischio di elezioni – conclude Tripoli – sarebbe un colpo mortale per il ‘Salva Palermo’, per questo è utile per i cittadini e per Palermo che il governo vada avanti e che prevalgano responsabilità e stabilità”.
“Lagalla ha fatto bene a non firmare”, la visione di Fratelli d’Italia
“Prendiamo atto, con soddisfazione, che il sindaco Roberto Lagalla non ha firmato l’appello affinché Mario Draghi prosegua la legislatura nonostante la grave crisi di governo. Ipotesi, questa, peraltro non gradita e condivisa dallo stesso premier. Bene ha fatto il sindaco di Palermo a non prestarsi ad un gesto che avrebbe potuto, contro ogni evidenza, far sembrare la sua sindacatura funzionale ai desiderata di questo o quel partito, svincolata da una maggioranza che lo ha eletto che ha avuto, in Fratelli d’Italia un cardine fondamentale”. Lo dichiarano Carolina Varchi, deputato di Fratelli d’Italia, Giampiero Cannella, coordinatore regionale della Sicilia, Raoul Russo, coordinatore provinciale di Palermo, Francesco Scarpinato, coordinatore cittadino e consigliere comunale di Palermo e Giuseppe Milazzo, europarlamentare e consigliere comunale di Palermo.
“Palermo merita un’attenzione particolare”
Proseguono gli esponenti politici di Italia Viva: “La città di Palermo, martoriata da dieci anni di pessima amministrazione a guida Leoluca Orlando, merita dal governo nazionale, a prescindere dal colore politico del capo dell’esecutivo, un’attenzione particolare in relazione a quello che il capoluogo siciliano rappresenta per l’Isola e per il Paese. Fratelli d’Italia ribadisce che sul piano nazionale l’unico sbocco possibile alla crisi innescata dal M5S sia quella di restituire alla sovranità popolare la possibilità di scegliere il prossimo governo con libere e immediate elezioni”.
Cosa aveva detto Lagalla
“Credo che i sindaci si preoccupino – ha detto il sindaco di Palermo – di garantire la continuità dell’azione di governo che in questo momento è auspicabile, in particolare per Palermo, impegnata, su questioni legate al bilancio comunale, nel confronto con lo Stato, che dovrebbe trovare soluzioni in tempi rapidi. La proposta di sottoscrizione della lettera mi è arrivata in zona cesarini e parte dalla politica dell’Anci, le cui dinamiche al momento non conosco essendomi insediato da poco tempo”.
L’attacco ai grillini
“Ne comprendo comunque lo spirito – ha aggiunto Lagalla – e condivido la riflessione politica fatta in modo chiaro da Forza Italia e Lega sull’inaffidabilità del M5S”. Lagalla ha concluso: “È altrettanto vero il ragionamento secondo cui il governo debba essere nel pieno dei suoi poteri perché le elezioni anticipate farebbero slittare provvedimenti e adempimenti, a cominciare da quelli che riguardano la città di Palermo”.
Il governatore Musumeci categorico
Intanto anche il Presidente della Regione ha espresso la sua visione, ed è stato categorico.
“Non ci sono più le condizioni per un governo di emergenza che dovrebbe essere unitario o quasi unitario. In un Paese democratico quando viene meno la maggioranza di governo o quando un governo che si sostiene su un progetto politico, prima ancora che sui numeri, non ha più quel progetto si va alle urne. Qui mettiamo in crisi tutto il sistema istituzionale, abbiamo mobilitato la società come se Draghi fosse l’unica persona in grado di poter mettere assieme una maggioranza di governo e non invece il popolo italiano al quale spetta di poter dare vita a una coalizione che possa governare”. Lo ha detto Musumeci a Timeline su Sky TG24.
“Serve un Governo stabile e omogeneo”
“E’ auspicabile la permanenza di un governo che debba vivacchiare in un contesto di assoluta emergenza? – ha aggiunto – Serve un governo stabile, omogeneo, espresso dal corpo elettorale, non un governo come questo che litiga pure sulla questione del termovalorizzatore a Roma. Qui si tratta di una coalizione che vuole andare alle lunghe per evitare di andare a casa perché molti nella coalizione sanno che se si dovesse votare in anticipo non tornerebbero al loro posto”.
“In atto psicodramma e morte civile dei partiti”
Musumeci ha concluso: “E’ uno psicodramma finalizzato, dicono le malelingue, solo a mantenere una posizione perché la legislatura possa durare fino all’ultimo. Col governo Draghi abbiamo dichiarato la morte civile dei partiti”.
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