C’è anche il sindaco Palermo, Roberto Lagalla, tra i sindaci italiani che fanno appello al premier Draghi di andare avanti con il governo. Il primo cittadino inoltre ne approfitta anche per inviare una frecciata ai Cinquestelle, “Sono inaffidabili”, dice.
Continuità del governo importante per Palermo
“Credo che i sindaci si preoccupino – dice il sindaco di Palermo – di garantire la continuità dell’azione di governo che in questo momento è auspicabile, in particolare per Palermo, impegnata, su questioni legate al bilancio comunale, nel confronto con lo Stato, che dovrebbe trovare soluzioni in tempi rapidi. La proposta di sottoscrizione della lettera mi è arrivata in zona cesarini e parte dalla politica dell’Anci, le cui dinamiche al momento non conosco essendomi insediato da poco tempo”.
L’attacco ai Grillini
“Ne comprendo comunque lo spirito – aggiunge Lagalla – e condivido la riflessione politica fatta in modo chiaro da Forza Italia e Lega sull’inaffidabilità del M5s”. Lagalla conclude: “È altrettanto vero il ragionamento secondo cui il governo debba essere nel pieno dei suoi poteri perché le elezioni anticipate farebbero slittare provvedimenti e adempimenti, a cominciare da quelli che riguardano la città di Palermo”.
I sindaci siciliani con Draghi
Ieri è giunto un nuovo appello a Mario Draghi per andare avanti “perché serve stabilità”. Arriva questa volta da cinquantacinque sindaci siciliani di ogni colore politico che hanno condiviso la lettera aperta partita dai sindaci delle principali città italiane. In questo appello “bipartisan” i primi cittadini della Sicilia esprimono preoccupazione per la crisi di Governo “generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza”. I sindaci siciliani chiedono a Mario Draghi di andare avanti perché c’è bisogno di “stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l’Italia”.
Fra i firmatari tutti i sindaci di Italia viva
Fra i 55 firmatari ci sono tutti i sindaci siciliani di Italia Viva “La Sicilia – dice Filippo Tripoli, sindaco di Bagheria e responsabile regionale Enti Locali di Italia Viva – non può consentirsi di perdere il treno del Pnrr, con 20 miliardi che ammoderneranno le infrastrutture dell’isola, né può permettersi che le misure del governo in favore delle famiglie e delle imprese vengano messe in discussione da forze irresponsabili che invece di pensare al futuro delle comunità, sono già in campagna elettorale”. “In questi anni drammatici di pandemia – conclude – siamo stati in prima linea ad affrontare una crisi sanitaria, sociale ed economica senza precedenti. Il cammino per tornare alla normalità non può essere interrotto ed è per questo che chiediamo a Mario Draghi di andare avanti”.
Renzi “lotteremo per convincere Draghi a restare”
“Dobbiamo provarci e crederci fino all’ultimo. Anche nei minuti di recupero. La partita non è semplice, ma è in mano a Draghi. Deve decidere se venire in Parlamento e comunicare all’Italia cosa vuole ancora fare o mollare. Credo però che Draghi abbia un senso delle istituzioni straordinario e quindi c’è ancora margine perchè resti”. Queste le parole di Matteo Renzi, intervenuto su Radio Leopolda. “La petizione ha raggiunto quasi 70 mila firme di persone che non vogliono le dimissioni di Draghi. Dobbiamo arrivare a 100 mila entro mercoledì. Ma se dovremo andare alle elezioni ci andremo con l’orgoglio di chi ha portato Draghi a palazzo Chigi e mandato a casa Conte” ha concluso Renzi.
I 55 sindaci aderenti
Ecco chi sono i sindaci firmatari della lettera: Filippo Tripoli, sindaco di Bagheria; Giuseppe Laccoto, sindaco di Brolo; Maurizio di Pietro, sindaco di Enna; Giosuè Maniaci, sindaco di Terrasini; Luigi Bonelli, sindaco di Nicosia; Leonardo Ciaccio, sindaco di Sambuca di Sicilia; Matteo Sciotto, sindaco di Santa Lucia del Mela; Pietro Aldegheri, sindaco di Campofelice di Fitalia; Alberto Arcidiacono, sindaco di Monreale; Rosario Petta, sindaco di Piana degli Albanesi; Rosario Rizzolo, sindaco di Misilmeri; Franco Ingrillì, sindaco di Capo D’Orlando; Giuseppe Virga, sindaco di Altavilla Milicia; Giovanni Giallombardo, sindaco di Ficarazzi; Roberto Ammatuna, sindaco di Pozzallo; Tindara La Galia, sindaca di Gioiosa Marea; Gianluca Bonsignore, sindaco di Patti; Giuseppe Calabrò, sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto; Sebastiano Sanzarello, sindaco di Mistretta; Maurizio Zingales, sindaco di Mirto; Basilio Ridolfo, sindaco di Ficarra; Luigi Cino, sindaco di Camporeale; Luciano Marino, sindaco di Lercara Friddi; Pietro Macaluso, sindaco di Petralia Soprana; Michela Taravella, Sindaco di Campofelice di Roccella; Angelo Conti, sindaco di Valledolmo; Giuseppe Minutilla, sindaco San Mauro Castelverde; Vito Rizzo, sindaco di Balestrate; Santo Cosentino, sindaco di Trappeto; Pietro Musotto, sindaco di Pollina; Antonio Miceli, sindaco di Vicari; Antonino Guccione, sindaco di Alia; Giuseppe Oddo, sindaco di Campofiorito; Solazzo Giuseppe, sindaco di Sclafani Bagni; Antonio Rini, sindaco di Ventimiglia di Sicilia; Michele Panzarella, sindaco di Aliminusa; Fortunato Basile, sindaco di Baucina; Giuseppe Cangialosi, sindaco di Cefalà Diana; Pier Calogero D’Anna, sindaco di Bompietro; Giuseppe Monteleone, sindaco di Carini; Nicolò Nicolosi, sindaco di Corleone; Francesco Di Giorgio, sindaco di Bisacquino; Leonardo Spera, sindaco di Contessa Entellina; Francesco Ribaudo, sindaco di Marineo; Giuseppe Terranova, sindaco di Montelepre; Giovanni Meli, sindaco di Collesano; Salvatore di Carlo, sindaco di Caltavuturo; Nicolò Granà, sindaco di Palazzo Adriano; Francesco Agnello, sindaco di Villafrati; Gandolfo Librizzi, sindaco di Polizzi Generosa; Giuseppe Muffoletto, sindaco di Gratteri; Orazio Nevoloso, sindaco di Isola delle Femmine, Antonio De Luca, sindaco Giardinello; Salvo Geraci, sindaco di Cerda; Luigi Iuppa sindaco di Geraci Siculo.
Lagalla non ha firmato la lettera a Draghi, soddisfazione di alcuni esponenti politici
Nonostante il suo appello, Lagalla ha deciso di non firmare la lettera a Draghi inviata dai sindaci siciliani. “Prendiamo atto, con soddisfazione, che il sindaco Roberto Lagalla non ha firmato l’appello affinché Mario Draghi prosegua la legislatura nonostante la grave crisi di governo. Ipotesi, questa, peraltro non gradita e condivisa dallo stesso premier. Bene ha fatto il sindaco di Palermo a non prestarsi ad un gesto che avrebbe potuto, contro ogni evidenza, far sembrare la sua sindacatura funzionale ai desiderata di questo o quel partito, svincolata da una maggioranza che lo ha eletto che ha avuto, in Fratelli d’Italia un cardine fondamentale. La città di Palermo, martoriata da dieci anni di pessima amministrazione a guida Leoluca Orlando, merita dal governo nazionale, a prescindere dal colore politico del capo dell’esecutivo, un’attenzione particolare in relazione a quello che il capoluogo siciliano rappresenta per l’Isola e per il Paese. Fratelli d’Italia ribadisce che sul piano nazionale l’unico sbocco possibile alla crisi innescata dal M5S sia quella di restituire alla sovranità popolare la possibilità di scegliere il prossimo governo con libere e immediate elezioni”.
Lo dichiarano Carolina Varchi, deputato di Fratelli d’Italia, Giampiero Cannella, coordinatore regionale della Sicilia, Raoul Russo, coordinatore provinciale di Palermo, Francesco Scarpinato, coordinatore cittadino e consigliere comunale di Palermo e Giuseppe Milazzo, europarlamentare e consigliere comunale di Palermo.
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