Lavoriamo per Palermo: la lista civica su cui Roberto Lagalla ha fondato la sua candidatura a sindaco di Palermo potrebbe evolvere verso nuove forme politiche.

Un restyling figlio dei tempi che cambiano e di un dualismo tutto interno a questa realtà che esiste dalla fondazione del simbolo: da un lato l’ala civica, rappresentativa di una pluralità di posizioni politiche, dall’altra invece l’anima pura di Italia Viva, già evidente a leggere i nomi dei candidati inseriti nell’elenco del partito ai tempi delle elezioni amministrative. Una base sulla quale il sindaco (rimasto orfano del suo ex partito di riferimento, ovvero l’UdC) e il plenipotenziario dei renziani in Sicilia stanno già da tempo costruendo il futuro, guardando ai prossimi appuntamenti elettorali del 2024 (provinciali e regionali su tutti). Ma qualcuno non è d’accordo e potrebbe decidere di intraprendere strade diverse, sempre interne al centrodestra.

Il progetto del “partito del sindaco”

Una presenza, quella dei renziani, “mascherata” da inizio consiliatura, anche e soprattutto in virtù delle posizioni distanti di Matteo Renzi rispetto ad alcune anime a sostegno del sindaco, leggasi Fratelli d’Italia. Eppure, gli uomini di Davide Faraone in maggioranza ci sono eccome, sia in Giunta (Totò Orlando e Maurizio Carta sono entrambi interni ad Italia Viva, anche se quest’ultimo figura nell’organo consiliare in quota tecnica) sia in Consiglio Comunale, con la leadership del partito affidata ad un fedelissimo del senatore come Dario Chinnici, ex capogruppo di Italia Viva nella scorsa consiliatura guidata da Leoluca Orlando. Un dualismo non molto gradito alla base della stessa Italia Viva palermitana, che avrebbe chiesto alla governance maggiore decisione sul tema. E qualcosa si è mosso.

La riunione con alcune assenze

Qualche settimana fa infatti, in una riunione tenuta ai Giardini del Massimo, la dirigenza del partito ha organizzato un incontro alla presenza del sindaco Roberto Lagalla e dei consiglieri comunali di Lavoriamo Per Palermo. Ma non tutti si sono presentati. Secondo i ben informati infatti, Salvo Alotta avrebbe declinato l’invito. Motivo del contendere la possibilità di fondare una sorta di “partito del sindaco”. Una riunione alla quale presenti 4/5 della lista civica (Mancuso, Abbate, Rappa e Chinnici), nonché una serie di nomi di spicco di esponenti renziani.

Alcuni elementi verso altri lidi

Ed è proprio l’appuntamento elettorale del 2024 a guidare questo processo che, già dopo Ferragosto, potrebbe subire una forte accelerazione. Un progetto dal quale si potrebbero allontanare un paio di anime della lista civica. Fra queste proprio il presidente della V Commissione Consiliare Salvo Alotta e la consigliera comunale Giovanna Rappa. Il primo è molto vicino politicamente al presidente della Regione Renato Schifani. Fatto che potrebbe portarlo, inevitabilmente, ad accostarsi alle liete sponde di Forza Italia che, proprio in questo periodo, sta continuando una serrata campagna di ingressi, come avvenuto in quel di Ciminna, dove addirittura sette consiglieri comunali sono entrati fra le fila azzurre, per la felicità del coordinatore Pietro Alongi. Con riguardo a Giovanna Rappa invece, motivi più personali potrebbero spingerla verso lidi moderati come quelli della Nuova DC. Un passaggio di cui si vocifera da tempo ma che potrebbe subire un accelerazione dopo Ferragosto, anche in virtù del transito di Salvatore Di Maggio dalla Lega (rimasta solo con due elementi) verso le fila di Totò Cuffaro, che così salirebbe a ben cinque consiglieri comunali. Fatto che potrebbe mettere i democristiani in una posizione di forza in caso di rimpasto, cementando la posizione di Giuliano Forzinetti da un latto ed avocando una seconda nomina, magari già interna alla Giunta.

Tutti in attesa dell’approvazione del consolidato

Movimenti che potrebbero cambiare le forze in campo proprio in vista di un appuntamento atteso da tutte le anime del centrodestra, ovvero le dimissioni di Carolina Varchi da vicesindaco che, come annunciato durante la puntata di Talk Sicilia in cui è stata ospite, dovrebbero arrivare dopo il bilancio consolidato. Da lì in poi ci potrebbe essere un valzer di anime sia in Consiglio Comunale che in Giunta, dove qualche naturale aggiustamento ci potrebbe stare. A cominciare proprio da Lavoriamo per Palermo. In caso di ufficializzazione di questo nuovo soggetto politico a firma Faraone-Lagalla infatti, il gruppo rimarrebbe con tre consiglieri comunali. Pochino a giudicare la corposità di altri gruppi. Ma l’aiuto potrebbe arrivare dalle opposizione, a partire da un possibile “ritorno a casa” di Carmelo Miceli, già vicino in passato proprio a Davide Faraone e che ha lasciato il PD per posizionarsi fra i banchi del Gruppo Misto. Se si tratterà di piccole modifiche o di un rimpasto vero e proprio, a dirlo sarà soltanto alla storia. Sullo sfondo, gli appuntamenti elettorali del 2024 iniziano ad avvicinarsi.

 

 

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