Lo abbiamo chiamato Sbilenco, sì, Sbilenco. Parafrasando l’ironia romana su ‘Spelacchio’ il triste albero di Natale della Capitale nel 2017. Palermo nel 2020 non poteva essere da meno e così vive la triste storia di ‘sbilenco’, il cedro del Libano che fa da albero di Natale in piazza Politeama, al secolo Piazza Ruggero Settimo.

Su Sbilenco si è detto un po’ di tutto e si sono create anche le fazioni. C’è chi se la prende con i palermitani che si lamentano senza motivo e chi, invece, si chiede perchè un cedro, perché così storto e mal addobbato, perché si sono dovuti cambiare tre alberi prima di arrivare a questo che, suo malgrado, è piuttosto brutto.

Sì, se ne sono dovuti cambiare tre. C’era un Abete pronto, donato dalla Forestale e sarebbe stata una scelta abbastanza ‘normale’. Ma si è danneggiato durante il caricamento per il trasporto. Allora è comparso un Cipresso, dicono dal Comune di Palermo per iniziativa degli operai Gesip. In buona fede, per carità. Un albero già tagliato perché malato stando a quello che ci raccontano dal Comune.

Poi c’è stata la sommossa social e, notte tempo, il Cipresso è scomparso per lasciare spazio, 24 ore dopo, al nostro Sbilenco, il cedro del Libano. Sta lì in piazza come stanno nelle piazze e nelle vie 122mila euro di luminarie anche quelle, bisogna dirlo, non certo degne delle grandi occasioni. Ma pur sempre 122mila euro.

Ma in un anno disastroso come il 2020 che importanza vogliamo che abbiano queste feste? Per qualcuno forse ne hanno anche più del solito. Ma a prescindere da tradizioni e simboli la storia di Sbilenco si intreccia con un’altra storia un po’ più seria: il report sulla qualità della vita in Italia redatto da Il Sole 24 ore.

Palermo è passata dalla posizione 98 dello scorso anno (e dal fondo della graduatoria di un’altra classifica del 2019) all’89esimo posto del 2020. E il sindaco, naturalmente fa notare il miglioramento ‘nonostante l’anno del Covid19’

Tutta la Sicilia è messa davvero male in questa classifica. Palermo è addirittura la migliore nell’isola seguita dalle altre città metropolitane di Catania e Messina. Ragusa che si era sempre ‘salvicchiata’ precipita perdendo il 19% e Siracusa che le stava vicina perde il 15% e finisce terz’ultima con Caltanissetta penultima in Italia.

E la colpa non è del Covid19 visto che proprio la pandemia i danni maggiori li ha fatti nel Nord e nelle città d’arte. Sapete qual è la cosa davvero assurda? Chi in Sicilia guadagna posizioni di vivibilità lo fa proprio per i parametri sanitari. Insomma a dispetto del comune sentire, anche nostro, Palermo, Catania e Messina hanno recuperato posizioni in vivibilità nell’anno del disastro proprio per la gestione dell’emergenza sanitaria.

E a ben guardare tutti i parametri si trova la dimostrazione. Tutti gli altri indicatori di Palermo, ad esempio, sono bene o male uguali a quelli del 2019.

Udite, Udite, dunque! Palermo è migliorata proprio per la gestione di quel che il sindaco Orlando ha attaccato minacciando anche di chiudere le scuole. Almeno così dicono le rilevazioni e gli indicatori dell’indagine del Sole 24 ore.

Diciamolo, non è che si voglia qui sostenere che siamo stati bravi nella gestione dell’emergenza. Non lo siamo stati. Di errori ne sono stati fatti tanti. Di cose che si potevano fare meglio ce ne sono certamente. E lo ammette anche chi ha la responsabilità delle scelte fatte, compiute o non compiute. E quel che andrebbe migliorato lo sappiamo e lo vediamo tutti da utenti. Ma c’è un fatto al quale non possiamo sottrarci: tutto il resto non è andato meglio ma male come sempre.

E allora Sbilenco sembra proprio la parodia di tutto: una città che pende sempre da un lato senza mai trovare il suo equilibrio. In fondo Sbilenco è solo il terzo tentativo per dotare di un albero di Natale la città di Palermo. Al primo tentatativo si è fatto danno, al secondo non si è accontantato nessuno e al terzo, che dovrebbe essere quello buono, si è messo in campo qualcosa di storto pur se definitivo. Un po’ come per la ztl, le zone pedonali, le piste ciclabili e così via. Chi vuole aggiunga ciò che per primo gli viene in mente. sarà certo di non sbagliare

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