Restano al momento un giallo i motivi del danneggiamento di una lapide al cimitero di Bagheria, nel Palermitano. A fare l’amara scoperta i familiari del defunto che si erano recati al cimitero per l’anniversario della scomparsa. Appartiene ad un uomo che scomparve nel 2017, conosciuto in paese per la sua grande fede per la squadra locale di calcio del Bagheria. I contorni della vicenda restano poco chiari.

Lo sfogo della figlia

La notizia è stata resa nota dal giornale on line “Il pungolo di Bagheria” che a sua volta ha riportato le parole della figlia del defunto. “Hanno rotto la lapide in cemento, mi è stato riferito da alcuni parenti che si sono recati al cimitero. In questa città nemmeno i defunti possono stare in pace”. La lapide danneggiata appartiene ad Agostino Gagliano, venuto a mancare all’età di 62 anni. Un uomo semplice, lontano dai riflettori e da qualsiasi contesto. Proprio per questo risulta incomprensibile il gesto.

Il doppio danneggiamento nell’Ennese

Nel 2020 nell’Ennese si verificò un episodio simile. venne vandalizzata la stele posta sul luogo dove venne gettato il corpo di Vanessa Scialfa, la ventenne ennese strangolata dal fidanzato nel 2012. L’altare realizzato dai genitori della giovane uccisa si trova sulla strada che da Enna va a Caltanissetta, sotto il confine della ex miniera di Pasquasia. Un mese prima era stata danneggiata anche la tomba della ragazza, all’interno del cimitero comunale. Per quell’omicidio venne condannato l’assassino reo confesso Francesco Lo Presti. Gettò il corpo della donna dopo averlo avvolto in un lenzuolo. Era stato lo stesso Lo Presti, condannato in via definitiva a 30 anni, a indicare dove aveva abbandonato il cadavere della fidanzata che aveva strangolato in casa.

I casi più clamorosi

Diversi altri furono i casi clamorosi nell’isola di danneggiamenti di lapidi commemorative. Come nel 2014 quando ignoti hanno divelto e danneggiato la stele in Largo Leonardo da Vinci a Siracusa in ricordo di Mario Francese, il cronista siracusano del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia in un agguato a Palermo il 26 gennaio 1979. La lapide, posizionata diversi anni fa su sollecitazione dei giornalisti siracusani, venne staccata dal sostegno metallico sulla quale era fissata e quindi spaccata in più punti. Oppure nel 2018 quando invece fu presa di mira la lapide in memoria di Loris Stival, il bambino trovato morto il 29 novembre 2014 nel canalone di contrada Vecchio Mulino, a Santa Croce Camerina nel Ragusano. A denunciare tutto fu il nonno materno che di accorse del gesto oltraggioso.

FOTO TRATTA DALLA PAGINA FACEBOOK “IL PUNGOLO DI BAGHERIA”

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