Con un balzo in avanti dopo il clima di siccità che ha contraddistinto la regione tra marzo e aprile 2023, le dighe della Sicilia cominciano a rivedere le soglie d’acqua immagazzinate l’anno scorso, recuperando il deficit registrato fino a poco tempo fa.

È quanto emerge dall’ultimo report dell’ Autorità di bacino  della Sicilia che a giugno segna ancora uno scarto dell’11% rispetto alla quantità di risorsa idrica fotografata nello stesso periodo del 2022, ma con un netto aumento al confronto del quadro tracciato tre mesi, quando il segno meno sfiorava il 30%.

I motivi

Il motivo? È il rovescio della medaglia delle piogge di maggio – il più piovoso in assoluto dal 1921 per il territorio – che se da una parte hanno creato danni a molte colture, a cominciare dai vigneti, dall’altro, alzando il livello dei bacini, hanno fatto tirare un sospiro di sollievo agli agricoltori, in estate sempre a rischio siccità. Beninteso, molte problematiche restano, a cominciare dalle reti irrigue colabrodo dei Consorzi, mentre alcuni laghi presentano ancora ammanchi rilevanti, come quello di Pozzillo nell’Ennese, a quota -56% su base annuale. Epperò, solo per fare qualche esempio, in dighe come Rosamarina e Poma, nel Palermitano, la differenza del volume d’acqua si è dimezzata, passando da -30 a circa -15%, e in certi invasi come l’Arancio in provincia di Agrigento – che a marzo segnava un -36% – e Trinità nel Trapanese le soglie hanno addirittura superato (anche se di poco) quelle del 2022. Per Coldiretti, ora, neanche una goccia va sprecata.

La cattiva notizia

Ma c’è anche la brutta notizia- L’acqua del lago Arancio resta inutilizzabile a causa della cosiddetta “alga rossa” rilevata nello stesso bacino dall’Arpa e capace di sviluppare una tossina dannosa per gli animali e per l’uomo. Gli agricoltori della zona sono riusciti a sopperire al divieto dell’uso irriguo, disposto dall’Asp di Agrigento, grazie a una condotta, a un bypass che utilizza la risorsa del lago Garcia.

Schifani “merito del buon lavoro fatto”

“Il recupero della disponibilità di risorse idriche negli invasi siciliani, dovuto anche alle consistenti piogge dell’ultima primavera, ci consente di guardare alla stagione estiva con serenità. Siamo consapevoli, tuttavia, che occorre non abbassare la guardia. Per questo il governo regionale lavora, fin dal suo insediamento, per risolvere le criticità del sistema di invasamento, per aumentare la capacità delle dighe, per la pulizia dei bacini e per la manutenzione degli impianti di distribuzione. Occorre garantire alle città e alle imprese agricole un adeguato approvvigionamento idrico per scongiurare ogni futura emergenza” commenta il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.

“Nelle ultime settimane – prosegue il governatore – sono stati compiuti atti concreti di grande importanza, alcuni dei quali attesi da decenni: sono stati conclusi i lavori di ammodernamento della rete irrigua della diga Trinità, nel Trapanese, mentre pochi giorni fa sono stati firmati i contratti per la realizzazione degli interventi che consentiranno di completare la grande diga Pietrarossa, nel Catanese. Inoltre, l’amministrazione regionale lavora in stretto raccordo con la cabina di regia nazionale per individuare nuovi, ulteriori interventi e abbiamo inviato al commissario nazionale per l’emergenza idrica l’elenco delle opere da finanziare in Sicilia”.