Il presidio per l’approvazione della legge sulle Zone Franche Montane allo svincolo di Irosa (in prossimità dell’A19 che collega Palermo con Catania) continua, e arriva oggi al quarto giorno all’addiaccio per il comitato promotore e i sindaci dei 132 comuni montani della Sicilia.
La battaglia continua al freddo e al gelo, per sottolineare la necessità e l’urgenza che le Camere esitino, nell’immediato, le disposizioni concernenti l’istituzione delle zone franche montane in Sicilia. Sarebbero un impulso, uno stimolo operativo per le terre alte di Sicilia, da tempo ai margini dei circuiti economici tradizionali con l’aggravante del Covid in questo ultimo periodo.
Il presidio di Irosa è anche l’occasione per attirare l’attenzione del Parlamento, visto che la legge è ferma in Senato. Questa mattina dal presidio sono partite diverse missive, il Comitato promotore ha scritto al presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, al presidente della Camera Roberto Fico e anche al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per chiedere un incontro in presenza digitale per spiegare le istanze e le tante preoccupazioni e per chiedere di agevolare i lavori d’aula.
L’appello :«Rivendichiamo il diritto di residenza nelle montagne in cui siamo nati – affermano dal presidio – di lavorare dignitosamente e con pari dignità rispetto al resto della Sicilia e dell’Italia. Vorremmo dare speranza ai nostri figli di poter rimanere nella loro terra natia e avere un lavoro, una prospettiva. Una battaglia di civiltà che darebbe un nuova dignità ai lavoratori tutti delle terre alte di Sicilia».
Dal presidio fanno sapere ancora che i 132 comuni interessati sono attraversati da un inesorabile fenomeno di desertificazione imprenditoriale e umana e i pochi che resistono sono sfiduciati, la marginalità data dall’altezza in cui si trovano, le strade malmesse per raggiungerli, i giovani che sempre più massicciamente abbandonano i loro paesi di origine, tutto questo concorre a restituire un quadro desolante per chi ha deciso di rimanere e di investire su quelle terre.
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