Continua il presidio permanente allo svincolo di Irosa, nei pressi dell’uscita che si immette lungo l’A19. L’iniziativa è coordinata dal comitato regionale promotore per l’istituzione delle zone franche montane in Sicilia, di concerto con i sindaci dei 132 Comuni interessati, è stata lanciata ieri insieme all’hashtag #paneeacqua.

Il Comitato chiede a gran voce che i due rami del Parlamento esitino le disposizioni approvate unanimemente dall’Ars il 17 dicembre dello scorso anno (per approvondire: https://www.zonefranchemontanesicilia.it/la-legge/la-legge/73/)

Dal presidio ribadiscono che “non ci sono impedimenti” e chiedono ai deputati e ai senatori eletti in Sicilia di dimostrare, ora, quanto tengono alla sopravvivenza delle terre alte della Sicilia, interessate a un preoccupante fenomeno di desertificazione umana e imprenditoriale.
Questa mattina al presidio sono presenti Franceso Paolo Raia, assessore allo sviluppo economico e attività produttive del Comune di Santa Caterina di Villarmosa (Cl) e Antonio Polito, presidente del Centro Commerciale Naturale di Petralia Sottana.

Concordano sul fatto che “la fiscalità di sviluppo rappresenta l’ultimo treno per invertire la tendenza migratoria dei nostri giovani. Senza lavoro e servizi non hanno motivo di progettare il loro futuro nella terra che gli ha dato i natali. Non possiamo rimanere inermi”.

I 132 comuni interessati sono attraversati da un inesorabile fenomeno di desertificazione imprenditoriale e umana e i pochi che resistono sono sfiduciati, la marginalità data dall’altezza in cui si trovano, le strade malmesse per raggiungerli, i giovani che sempre più massicciamente abbandonano i loro paesi di origine, tutto questo concorre a restituire un quadro desolante per chi ha deciso di rimanere e di investire su quelle terre.

“È un momento particolarmente drammatico per i comuni montani di Sicilia – dicono dal comitato – abbiamo deciso di scendere per strada perché non si può più aspettare, l’iter burocratico è troppo lungo e la politica è disinteressata ma qui le bollette e le tasse continuano ad arrivare puntuali. Defiscalizzare gli imprenditori resilienti in questi luoghi dimenticati equivale a fare sentire la presenza di uno Stato fino ad ora assente o solo richiedente di tasse e tributi”.

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