Non una ma tre. Sono le leggi regionali impugnate dal Consiglio dei Ministri nelle ultime 24 ore.  Dopo lo stop alla ‘sanatoria edilizia’, arriva lo stop ad altre due norme: la proroga dei termini per la richiesta delle concessioni demaniali che incide sugli stabilimenti balneari e la norma sulla ludopatia, un testo di un solo articolo che imponeva il distanziamento da luoghi sensibili come scuole e parrocchie.

Disastro norme nel 2021

Su 19 leggi approvate  dall’Ars dall’inizio del 2021 sono una decina quelle impugnate, in pratica la metà. Un bilancio di impugnative senza precedenti in un arco di tempo così breve: appena nove mesi.

La mini sanatoria passato per un voto

Per un solo voto a scrutinio segreto, 23 favorevoli e 22 contrari, l’Ars aveva approvato a luglio il ddl stralcio con un solo articolo (il 20) che prevede la cosiddetta “mini-sanatoria” nelle zone ad inedificabilità relativa. Contrari Pd e M5s.

La decisione di separare l’articolo 20 dal resto del disegno di legge sull’edilizia era stata presa dalla presidenza dell’Ars anche alla luce del rischio di una possibile impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri. Il presidente Gianfranco Miccichè ha dunque separato il destino della “mini-sanatoria” da quello del ddl sull’edilizia, per far sì che una eventuale impugnativa non blocchi ulteriormente il resto delle norme di settore contenute negli altri articoli del ddl. L’impugnativa ora è arrivata.

La Regione resisterà davanti alla Consulta

Lo stralcio ora permette alla Regione di mantenere in vigore la norma e bloccare le ruspe e resistere davanti alla Consulta all’impugnativa. Di fatto così facendo le demolizioni resteranno bloccate fin dopo le elezioni regionali.

La norma contro la ludopatia

Una legge di un solo articolo che di fatto impone una distanza minima fra centri sociali, parrocchie e luoghi sensibili e le sale giochi e delle slot machine nei bar.

“Ero stata l’unica a votare contro questa legge assurda, che sembrava fatta per favorire il gioco d’azzardo piuttosto che combattere le ludopatie – dice Marianna Caronia della Lega – Mi spiace vedere che né il Governo né la maggioranza hanno mostrato la sensibilità necessaria su un tema tanto delicato, che colpisce migliaia di famiglie, di tutti i ceti sociali. Oggi purtroppo anche questo “scivolone” espone l’Assemblea Regionale alla critica sulla sua capacità di legiferare e, soprattutto, di farlo per il bene dei siciliani”.

La norma sulle concessioni demaniali

Questo è forse il tema più delicato e su questo aspetto  c’è il silenzio fino ad ora. Gli uffici stanno studiando le implicazioni prima di parlare ed anche le associazioni di categoria al momento tacciono. In gioco potrebbero esserci non solo le nuove concessioni a le attività di centinaia di stabilimenti balneari. La stagione è praticamente finita quindi c’è il tempo di operare, si spesa, con oculatezza

I conti che non tornano

Intanto depositato il ricorso a Roma dal Procuratore della Corte dei Conti contro la parifica del bilancio 2019 della Regione. I conti non tornano. Sono due i punti su cui i vice procuratori puntano il dito. Il primo su cui hanno chiesto di sollevare la legittimità costituzionale sono l’utilizzo delle risorse per garantire i livelli essenziali di assistenza (Lea), fondi che la Regione Siciliana avrebbe utilizzato al pagamento di un mutuo contratto con lo Stato.

Il secondo punto per il quale i vice procuratori hanno chiesto lo stop al bilancio 2019 riguarda il calcolo errato della Regione per quanto riguarda il fondo crediti di dubbia esigibilità (Fcde). “È da ritenere fondato il motivo di ricorso con cui Procuratore di appello presso la Regione Siciliana si duole dell’errato calcolo del Fcde – si legge nelle motivazioni – I principi contabili avrebbero dovuto essere interpretati nel senso di ricomprendere le risultanze della riscossione del quinquennio 2015-2019, anziché quello del quinquennio 2014-2018. circostanza, questa, per cui il Fcde, come rideterminato dal procuratore non risulterebbe congruo per una cifra maggiore, di circa 45 milioni di euro e non quasi 35 milioni di euro indicato dalle Sezioni riunite”.

Una situazione complessa, quella dei conti. Se il bilancio 2019 dovesse essere bocciato in appello questo comporterebbe conseguenze su tutti i bilanci a seguire fino ad oggi e oltre

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