“Lo avevamo annunciato in Aula e lo abbiamo fatto. Questa mattina, abbiamo depositato al Consiglio dei Ministri, la nota con la quale chiediamo di valutare l’opportunità di impugnare la legge regionale sul condono edilizio in aree paesaggistiche. Una legge pessima, che consente agli immobili totalmente abusivi costruiti in aree di valore paesaggistico, di potere rimanere esattamente dove sono”. Lo affermano i deputati del M5S all’Ars.

Consiglio dei Ministri ricorra alla Corte costituzionale

“Aspettavamo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale – dicono i deputati 5 stelle – per muoverci. Ovviamente non ci fermiamo qui. Andremo a Roma per motivare la nostra richiesta e convincere il Consiglio dei Ministri a ricorrere alla Corte costituzionale per annullare questo obbrobrio”.

Trizzino: “Legge pessima e illegittima”

“La legge incriminata – dice Giampiero Trizzino – approvata con un solo voto di scarto, allarga le maglie del terzo condono edilizio del 2003 anche agli immobili abusivi che insistono nelle aree sulle quali sono stati apposti vincoli di tutela, anche paesaggistica. Si tratta di una legge unica nel panorama italiano, ecco perché siamo convinti che sia illegittima”.

Abbattere gli abusi

“È bene ricordare che in tutte le altre regioni d’Italia, anche quelle a Statuto speciale, gli immobili di questo tipo vengono abbattuti e viene ordinato al responsabile dell’abuso il ripristino dei luoghi. In Sicilia, invece, una parte della maggioranza che sostiene Musumeci, con la complicità di un paio di voltagabbana, ha deciso che se hai commesso un reato puoi farla franca. Alla faccia di chi rispetta le regole e paga le tasse. Perché, è giusto ricordare, che la costruzione di immobili abusivi, tanto più se insistono in aree vincolate, rientra tra le ipotesi per le quali l’ordinamento penale prevede una condanna”.

Passa per un voto ddl stralcio ‘mini-sanatoria’

Per un solo voto a scrutinio segreto, 23 favorevoli e 22 contrari, l’Ars ha approvato il mese scorso il ddl stralcio con un solo articolo (il 20) che prevede la cosiddetta “mini-sanatoria” nelle zone ad inedificabilità relativa. Contrari Pd e M5s.

La decisione di separare l’articolo 20 dal resto del disegno di legge sull’edilizia era stata presa dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, anche alla luce del rischio di una possibile impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri. Miccichè ha dunque separato il destino della “mini-sanatoria” da quello del ddl sull’edilizia, per far sì che una eventuale impugnativa non blocchi ulteriormente il resto delle norme di settore contenute negli altri articoli del ddl approvato.

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