“Alea iacta est….” (il dado è tratto). Inizia così il messaggio che l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando lancia via Whatsapp per segnare la sua scelta, quella di tornare nell’agone politico per candidarsi alle elezioni europee.

L’ex sindaco, però, lo fa sempre con il suo stile, segnando una polemica neanche troppo velata con il Pd, partito che abbandona proprio in occasione della sua candidatura. “Sento di inviare alcune considerazioni, ringraziando per la affettuosa attenzione. In rigorosa coerenza con la mia/nostra storia che non conosce ammiccamenti e patteggiamenti ho trovato grande sostegno nella memoria delle nostre esperienze”.

Pd “alleanza di scopo per la conservazione del potere”

Ma il PD ( anche con la Segreteria di Elly Schlein) è sempre più una alleanza di scopo, correnti per conservazione di posizioni di potere ….e la visione, e il progetto ? Dovrebbe essere il PD “storie diverse per un progetto politico comune” e si e’ ridotto ad essere “circolo di capi corrente per posizioni di potere” secondo logiche di soffocante appartenenza…..Ho trovato grandissima attenzione e condivisione su diritti, pace, accoglienza, giustizia ambientale e giustizia sociale (in sintesi pace come libertà dalla paura, ambiente e fraternità) in taluni incontri e fortissime insistenti sollecitazioni da parte dei vertici europei dei Verdi ….una impresa difficile ma un modo per tracciare e confermare un percorso di futuro per evitare di consegnare soltanto ad un ricordo storico la nostra visione. Le nostre storie sono le nostre stelle”.

Orlando il Verde e poi il fronte variegato antimafia

Orlando, dunque, diventa “Verde” e si candida. Ma nell’agone delle Europee, c’è anche altro che proviene dallo storico fronte dell’antimafia tanto che rispunta persino il nome di Rosario Crocetta che certamente con Orlando, per dirla con una espressione tradizionale palermitana, “pane non ne ha fatto mai”.

Nel fronte dei candidati antimafia, sparsi per i partiti di una sinistra variegata c’è, poi, Giuseppe Antoci nelle fila dei 5 stelle targati  Giuseppe Conte,