Il tribunale del riesame di Palermo ha respinto la richiesta di arresto, per concorso esterno in associazione mafiosa, di Giovanni G, detto Johnny, ex capo degli ultras del Palermo, Brigata Rosanero. Giordano era difeso dall’avvocato Giovanni Castronovo. Secondo la procura l’indagato, in cambio della protezione della mafia nella risoluzione dei problemi che sorgevano tra le tifoserie, avrebbe assicurato decine di biglietti dello stadio ai clan. Giordano, che in passato era stato custode dello stadio, avrebbe anche tentato di essere riassunto dalla nuova dirigenza della società. Le indagini difensive hanno dimostrato, invece, che nessun tentativo di riassunzione è stato fatto da parte dell’indagato.

Il Gip aveva già respinto l’arresto

Smontata anche l’ipotesi della cessione dei biglietti che, essendo nominativi, non potevano essere utilizzati indiscriminatamente. Inoltre i tagliandi avanzati, a disposizione degli ultras, venivano resi alla Siae, quindi non sarebbe stato possibile riassegnarli. La procura aveva già chiesto l’arresto del capo ultras a marzo, ma il gip aveva respinto l’istanza. Da qui l’impugnazione al tribunale del riesame che ha confermato il provvedimento del giudice.

L’operazione antimafia Resilienza 2

Il capo ultras è stato indagato nell’operazione Resilienza 2 dove vi è un capitolo dedicato allo Stadio, al Palermo Calcio e ai tifosi. Era accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Nell’operazione sono stai emessi dal gip Filippo Serio 15 misure cautelari. Le indagini sono state coordinate Salvatore De Luca e delle sostitute Amelia Luise e Luisa Bettiol, hanno fotografato come negli ultimi 15 anni sia cambiato l’interesse delle famiglie per la squadra della città: da business da decine di migliaia di euro a questione da trattare solo per prestigio in attesa che torni a essere un affare vantaggioso.