L‘influenza è arrivata anche a Palermo, soprattutto tra i più piccoli, e già si vedono gli effetti che si sono potuti notare nelle altre città: moltissimi a letto, pronti soccorsi  pieni, reparti affollati, genitori in ansia.

A fare un quadro della situazione è la professoressa Claudia Colomba, Direttore UOC malattie infettive pediatriche dell’ospedale dei Bambini “Di Cristina”.

“Praticamente tutti gli accessi che vediamo sono per patologie respiratorie – dice la professore – e i ricoverati sono per sindromi influenzali, con l’influenza stessa che inizia a prevalere sugli altri virus. Ci sono momenti più critici, dove pronto soccorso e reparti sono pieni, ci sono dei momenti di maggiore afflusso”.

Influenza e Covid insieme, i sintomi

La professoressa Colomba descrive quelli che sono i sintomi: “Febbre alta che dura più giorni, tosse, dolori. Chi viene al pronto soccorso viene perchè la febbre non scende, principalmente. L’influenza infatti è responsabile di una febbre che dura più giorni, rispetto ad altri virus – dice -. Succede anche che abbiamo dei casi positivi sia al tampone dell’influenza sia al Covid, quindi hanno una sorta di “doppio virus” che però non porta una sintomatologia grave, in questo momento è più forte l’influenza, almeno nei bambini. Favorevole al vaccino per l’influenza? Si”.

L’affluenza in ospedale

“La severità di questa influenza è nella media, l’allarme sta nel numero dei casi che è insolitamente alto – continua la professoressa-. Come è già stato detto, veniamo da un anno, anche due, dove l’influenza non è circolata, così come gli altri virus, per le precauzioni Covid e l’uso delle mascherine. Banalmente siamo meno immunizzati e dunque più esposti ai virus”.

No alla corsa in ospedale

“Il messaggio deve essere chiaro: non correre in ospedale per la febbre alta, eccetto nel caso bimbi piccoli, sotto l’anno di età, se sono lattanti – dice la professoressa Colomba -. La gestione a casa dell’influenza è sempre quella: antipiretici per tenere a bada la febbre, la giusta idratazione, i soliti accorgimenti casalinghi. L’infezione deve fare il suo corso, e dura una settimana. Dunque non ci deve essere l’ansia da pronto soccorso.

Quando preoccuparsi

Ci sono dei campanelli d’allarme, però, che devono essere notati: “Quando il bimbo per l’influenza non mangia, non beve, si disidrata, c’è una febbre alta che non scende per giorni e giorni nonostante gli antipiretici, quando ci sono le convulsioni febbrili, quando il piccolo respira male e rischia una complicazione come la polmonite, allora in questi casi è giusto rivolgersi all’ospedale”, dice la Colomba, che precisa: “Il pediatra deve però essere il primo filtro, dato che conosce il bimbo”.

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