Torna in politica Raffaele Lombardo che vola a Roma per un vertice con il leader della Lega Matteo Salvini. L’ex presidente della Regione, fresco di assoluzione dall’accusa di concorso esterno, vuole tornare a sedere tra i ranghi più alti della politica siciliana e nazionale tentando di ricucire gli strappi del centro-destra. Come riporta La Repubblica, al tavolo, oltre ai due leader leghista e autonomista, il segretario regionale della Lega Nino Minardo e il braccio destro di Lombardo e vicepresidente dell’Ars Giovanni Di Mauro.

Il vertice romano tra Lombardo e la Lega

L’incontro dopo che Matteo Salvini avrebbe deciso di chiudere, almeno per il momento, la porta a Forza Italia. In programma c’era anche un incontro con Gianfranco Miccichè, ma questi potrebbe essere stato stoppato dai piani alti di Forza Italia. Così il vertice ci sarebbe stato ma con protagonisti diversi. La volontà appare chiara, mantenere integro il centro-destra almeno sull’Isola per dare un nome univoco al candidato sindaco di Palermo, che potrebbe arrivare già nel corso della prossima settimana quando potrebbe essere convocato il tavolo del centrodestra. Alla trattativa saranno invitati tutti i partiti della galassia di centro-destra. Leghisti e autonomisti ma anche Fratelli d’Italia e #Diventeràbellissima. Forse però al tavolo ci saranno alcuni assenti.

Il terremoto Cateno De Luca

Intanto però una gatta da pelare è Cateno De Luca, ormai ex sindaco di Messina e in corsa alle regionali come candidato governatore. Il rischio paventato da autonomisti e leghisti è che l’escalation di De Luca possa in qualche modo ostacolare l’avanzata del centro-destra come avvenne nel 2012, quando il centrodestra diviso perse tanto a Palermo quanto alla Regione.

La grana Musumeci appoggiato dalla Meloni

Da risolvere anche la “questione” Musumeci, ricandidato alle regionali col sostegno di Giorgia Meloni. “Musumeci ha fatto la sua scelta — dice a Repubblica il vicepresidente dell’Ars Giovanni Di Mauro — non mi pare di avere notato comunicati dei partiti su quella candidatura. Non c’è niente di peggio in politica di una proposta che non trova riscontri, né in una direzione né nell’altra”.