Si va verso le elezioni per il rinnovo del consiglio dell’Ordine degli ingegneri di Palermo. Il primo turno si svolgerà il 15-16 giugno e il secondo, invece, il 17-25 giugno. Il presidente uscente traccia un bilancio.

La figura dell’ingegnere al centro

“Un bilancio positivo che, oggi, ci consente di guardare ancora lontano, protagonisti di una stagione che deve mettere sempre al centro la figura della nostra professione, assieme alle quattro parole chiave: ecologia, sostenibilità, innovazione e benessere. E tra i tanti risultati ottenuti, fino a ieri impensabili, vi è quello della legge regionale sulla ‘certezza dei pagamenti’ delle parcelle, alla cui stesura abbiamo fattivamente partecipato. Una vera e propria rivoluzione per la nostra categoria”. Lo dice il presidente uscente dell’Ordine degli ingegneri di Palermo e docente all’Università degli studi dell’Ateneo palermitano, Vincenzo Di Dio, che traccia un bilancio dell’attività dell’Ente, a pochi giorni dal rinnovo del consiglio dell’Ordine degli ingegneri di Palermo e che lo vede nuovamente in campo.

I risultati ottenuti dall’Ordine

“Siamo riusciti in questo lungo percorso – evidenzia Di Dio – a creare e intensificare proficuamente i rapporti con gli altri ordini degli ingegneri, con la presidenza della Consulta regionale degli ordini degli ingegneri, con la presidenza della Rete delle professioni tecniche, con i tavoli tecnici insediati presso la Regione e i comuni della Provincia di Palermo. Un percorso che ha consentito una maggiore valorizzazione e consapevolezza delle nostre competenze, poste al centro della profonda trasformazione che tutta l’Europa si appresta a compiere”.

“Un lavoro di squadra”

Gli ingegneri si sono fatti anche promotori d’iniziative che hanno coinvolto i giovani che si approcciano alla professione.Stipulati anche protocolli d’intesa con alcuni comuni della provincia per l’effettuazione di stage formativi presso le amministrazioni cittadine. E ancora, le proposte progettuali prodotte da giovani professionisti sono state protagoniste dei concorsi d’idee sul museo del Liberty e sugli spazi urbani di aggregazione nella realtà post-covid. “Tutto ciò – dice Di Dio – anche, grazie al lavoro svolto da una squadra che ha sempre guardato al futuro e all’innovazione, in una prospettiva costruttiva e di dialogo. Chi gestisce la ‘cosa pubblica’ molto spesso fa fatica a guardarsi indietro, a fare i conti con quanto promesso, a elaborare un resoconto sul proprio operato e, per questo motivo, ha una responsabilità ancora più pesante”.