“La chiusura della Rinascente in via Roma sarebbe una ferita molto profonda per Palermo non solo sul piano socio-economico, a cominciare dalle gravi ripercussioni occupazionali, ma anche dal punto di vista urbanistico”.

Così Vincenzo Di Dio, presidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Palermo, esprime la forte preoccupazione per la notizia secondo cui lo storico marchio di grandi magazzini potrebbe lasciare il capoluogo siciliano.

“Non è per via mediatica bensì solo attraverso i canali istituzionali – aggiunge Di Dio – che possono essere utilmente discussi gli aspetti legati all’orientamento di Inarcassa, proprietaria dell’immobile in cui ha sede La Rinascente, ma alcune riflessioni è doveroso condividerle perché la crisi emersa in questi giorni coinvolge la sfera del vivere sociale e lo sviluppo dell’intera città di Palermo”.

“Negli anni dei Florio via Roma fu sede dei grandi marchi europei, delle grandi banche, dei grandi alberghi e degli studi professionali più importanti – prosegue il presidente degli Ingegneri di Palermo – ed era un forte richiamo, un centro vitale della città che destava interesse in molte parti del mondo. Da allora gran parte di quel patrimonio è andato disperso, con un impatto visibilmente negativo anche sulle attività commerciali più piccole, ma la crescita del turismo negli ultimi anni ha aperto una nuova strada di sviluppo ugualmente stimolante e portatrice di nuovi interessi, facendo di Palermo una “capitale” capace di misurarsi con le grandi capitali europee e mondiali. Grazie alle qualità storiche, artistiche e monumentali, sì, ma anche ma alla capacità della città di saper essere internazionale, di offrire servizi confrontabili con quelli dei migliori centri turistici europei. La sede della Rinascente in via Roma, simbolo anche architettonico di rigenerazione urbana, è stata ed è parte integrante di questo nuovo cammino di sviluppo: un centro commerciale nel quale espongono i migliori marchi del mondo in un’atmosfera elegante e raffinata, ma anche un luogo di incontro con bellissime terrazze dalle quali si gode un panorama unico, in altre parole un importantissimo biglietto da visita per la città”.

“Perdere questo riferimento economico e culturale – conclude Di Dio – sarebbe grave: significherebbe lasciare centinaia di famiglie senza una fonte di reddito e la città senza un suo faro. Occorre il massimo impegno per evitarlo”.

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