“Qual è la reale funzione dell’app SiciliaSiCura? A chi è stato affidato l’incarico di progettazione ed implementazione operativa, e quale è stato il costo sostenuto?”. Lo chiede il capogruppo PD Giuseppe Lupo che insieme con gli altri deputati del gruppo ha presentato una interpellanza all’Ars.
“Chiunque entri in Sicilia e non è residente o domiciliato nell’isola – si legge nell’interrogazione – è tenuto a scaricare questa app che presenta numerosi problemi di funzionamento, basta vedere la mole di recensioni negative degli utenti pubblicate sulla piattaforma per rendersene conto. Oltretutto non è chiaro quale sia la reale funzione dell’app SiciliaSiCura: infatti, se l’obiettivo fosse stato il tracciamento degli eventuali positivi al Covid19 sarebbe bastato ‘imporre’ ai turisti di scaricare l’app ‘Immuni’ raccomandata dal Ministero della Salute rafforzandone in tal modo la diffusione. Se invece l’obiettivo è il monitoraggio degli ingressi nella Regione sarebbe bastato mantenere lobbligo di registrazione al sito, senza onerare ulteriormente il turista di una procedura che si è rivelata in molti casi complessa e farraginosa”.
Diverse le polemiche nei confronti dell’app. Nell scorse settimane era stata la deputata Marianna Caronia a indicarla come possibile disincentivo per i turisti.
Per la Caronia, si tratta di “strumenti che rischiano di disincentivare il turismo dando un’immagine pessima della Sicilia e che rischiano di vanificare gli sforzi del presidente della Regione, Nello Musumeci e per di più vanificano il tentativo di un effettivo controllo a fini di prevenzione sanitaria”.
“Era già infatti noto che sia la App sia il sito sono disponibili soltanto in lingua italiana (“una scelta incomprensibile se si pensa che questi strumenti dovrebbero essere principalmente pensati per i turisti ma oggi sono emersi altri problemi – sottolinea – Dopo la registrazione, ammesso che un turista straniero riesca a farla, l’email di conferma viene infatti classificata come “spam” dai principali provider di posta elettronica e per di più, sempre ammesso che si riesca a fare la registrazione e poi individuare l’email di conferma fra lo spam, gli ulteriori passaggi richiedono obbligatoriamente di attivare la geolocalizzazione del dispositivo da cui ci si connette, oppure di chiamare il call center della Protezione Civile.
“Insomma – conclude Caronia – dopo aver sbandierato l’innovazione tecnologica si torna al buon vecchio call center e alla semplice telefonata”.
Commenta con Facebook