Festeggiano il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico a Sciacca, in provincia di Agrigento, dove con un vero e proprio ribaltone hanno vinto il ballottaggio che ha incoronato sindaco Fabio Termine. 

Il ribaltone di Sciacca

Fabio Termine, dottore in giurisprudenza, ha 32 anni. Succede a Francesca Valenti. A capo di 4 liste (tra cui quella del Pd), al ballottaggio ha battuto il suo sfidante Ignazio Messina (candidato di 6 liste, tra cui quella di Fratelli d’Italia), ottenendo il 53% dei voti. Consigliere comunale uscente, Termine si era candidato alla carica di primo cittadino della città termale senza successo anche nel 2017.

Festa in casa Cinquestelle

Festeggiano il referente siciliano del M5S Nuccio Di Paola e il deputato 5 stelle all’Ars Giovanni Di Caro. “Felicissimi che i cittadini i di Sciacca abbiano scelto di eleggere Fabio Termine come sindaco Per noi, e per il MoVimento 5 Stelle, è stato un onore sostenerlo e sarà un piacere continuare a farlo. Oggi si gettano le basi per una solida e proficua ripartenza della città sotto la guida di un primo cittadino preparato, competente e desideroso di fare partire presto e velocemente la macchina amministrativa. Al neo primo cittadino e a tutti i consiglieri comunali eletti auguriamo buon lavoro”.

Gongola il Pd

“Il progetto di rinnovamento credibile e candidato a sindaco credibile. La nostra proposta organica di Centrosinistra unito e giovane è stata premiata dagli elettori di Sciacca, ora mettiamoci al lavoro per rendere concrete le nostre idee”. Così Michele Catanzaro, parlamentare regionale del Partito Democratico ha commentato la vittoria al secondo turno di ballottaggio. “È il risultato di un gran lavoro di rinnovamento che stiamo portando avanti in tutta la provincia di Agrigento – aggiunge Catanzaro –. La comunità di Sciacca, com’è successo quindici giorni fa in altri Comuni agrigentini al voto, e come accade in altre parti d’Italia, premiano un programma concreto che guarda al futuro, che sta costruendo una classe dirigente nuova che ascolta i bisogni dei cittadini e che propone progetti progressisti che coinvolgono i giovani e la gente libera”

Il ricorso

Lo sfidante Messina, segretario nazionale di Italia dei Valori,  ha riconosciuto la sconfitta, ma ha confermato ricorso al Tar contro il risultato del primo turno, quello che lo aveva visto fermarsi al 39,9%, ad un soffio dalla vittoria immediata. Messina ritiene che ci siano state preferenze a lui attribuite che non gli sono state riconosciute. Il primo risultato ufficiale aveva indicato la sua vittoria col 40,1%, ma poi sono stati sottratti 38 voti che gli sarebbero stati attribuiti per errore (riconosciuto dallo stesso presidente) nella sezione numero 4.