Chiude, da oggi, l’Ambulatorio di Motilità Digestiva operante, sin dal 1990, presso il Policlinico Universitario di Palermo. Il centro, diretto dal prof. Sebastiano Bonventre, vero luminare nel campo della motilità digestiva, è stato finora un centro di riferimento per la popolazione siciliana e per tutte le strutture assistenziali di ogni livello ivi operanti (certamente almeno della porzione occidentale dell’isola ma non solo e che vanno dall’ISMETT a tutti gli ospedali operanti sul territorio) sulle patologie funzionali digestive che, ancora oggi, sono tra le malattie maggiormente diffuse nel genere umano.
Tra queste: malattia da reflusso gastroesofageo, gastroduodeniti, stipsi, incontinenza urofecale, disturbi della deglutizione come acalasia, colon irritabile, emorroidi, ragadi, emorragie intestinali occulte.
In assenza di questo unico ambulatorio la scelta per la popolazione sarebbe stata tra non eseguire alcune prove diagnostiche e/o trattamenti riabilitativi (manometrie esofagee, anorettali, intestinali, pHmetrie, bilimetrie, stimolazione del nervo tibiale per il trattamento delle incontinenze urofecali, posizionamento di pace-maker per la regolazione della motilità intestinale, videocapsula endoscopica) o quella di recarsi prevalentemente fuori regione con assai probabile perdita anche dell’indotto chirurgico susseguente.
Poco meno di 18000 prestazioni registrate sono dati che certificano risposte ad un bisogno di salute altrove in questa terra non in grado di essere soddisfatto. Problematiche discutibili tuttavia ripetutamente avanzate di ordine economico hanno anche oggettivamente peraltro negli ultimi anni limitato il respiro sanitario dell’attività non consentendone un naturale incremento anche sul piano dell’innovazione chirurgica e confinandola in gran prevalenza alla diagnostica ed alla riabilitazione seppure fino ad ora di assoluto livello riconosciuto in ambito accademico e sanitario nazionale ed internazionale.
Le dotazioni tecnologiche attuali però, risalenti ad oltre 25 anni fa ed acquistate esclusivamente con fondi universitari e mai ospedalieri, non consentono più di fornire risposte adeguate alla luce delle moderne conoscenze.
Sono talmente obsolete da impedire la sostituzione dei pezzi usurati in quanto non più in commercio ed obbligano alla sospensione immediata di ogni attività clinica che pure ha rappresentato un’eccellenza in campo sanitario regionale evitando finora innumerevoli viaggi della salute.
L’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia qualora interessato a mantenere sul territorio regionale (ambito occidentale) un Centro per lo Studio della Motilità Digestiva le cui alterazioni affliggono buona parte della popolazione, dovrebbe semplicemente valutare la possibilità di approntare non solo il finanziamento necessario (inferiore a 100 mila euro) a rendere conforme alle moderne conoscenze cliniche la strumentazione in dotazione oppure considerare la possibile Istituzione altrove in Ospedali favorevoli a ciò e convenzionati con l’Università di Palermo, di tale tipologia di Presidio Sanitario ove fosse possibile per il personale docente universitario prestare, secondo modalità di legge, attività assistenziale.
Purtroppo sembra non sussistere interesse alcuno a mantenere e tantomeno potenziare un servizio con questa tipologia assistenziale in ambito Azienda Ospedaliera Univerisitaria Policlinico Palermo stante la sua esclusione da qualsivoglia considerazione di valenza strategica aziendale e/o territoriale nonché l’assenza storica di ogni forma di investimento su di esso.
E nonostante un costante incremento numerico delle prestazioni eseguite nel corso degli anni ed una rilevante produzione scientifica di valore internazionale firmata dal responsabile Sebastiano Bonventre. La chiusura della Struttura a partire dall’inizio del 2016 non potrà che arrecare pertanto non solo disagi logistici alla popolazione essendo costretta a viaggiare o rinunciare ma determinerà una mancanza seria nell’offerta di salute operata nel territorio siciliano.
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