Proseguono a pieno ritmo i lavori al Centro stoccaggio Carni dell’Ente Parco delle Madonie che si trova lungo la statale 120, a Petralia Sottana e che diverrà a breve sito di raccolta degli ungulati catturati nell’ambito del piano di abbattimento voluto dall’Ente per contrastarne l’eccessiva proliferazione ed i danni conseguenti alla biodiversità ed alle colture.

Nei giorni scorsi è stato ultimato il sistema di refrigerazione, oltre che l’impiantistica elettrica. Il Centro, unico in Sicilia, costituirà anche uno strumento di promozione delle carni madonite. È infatti in continuo aggiornamento la lista di soggetti che, avendo risposto all’apposito bando, potranno procedere al ritiro dei capi abbattuti per valorizzarne l’utilizzo.

“Il Parco – afferma il Commissario Caltagirone – si avvia ad ultimare un progetto che porrà la Sicilia all’avanguardia nella gestione della emergenza ungulati. Trasformeremo un problema in una risorsa, nell’ottica di chiudere la filiera, potenziando il brand Madonie distribuendo carni locali su scala nazionale, in collaborazione anche con le istituzioni scolastiche per la valorizzazione del nostro marchio”.

Il bando per la conservazione

L’Ente Parco delle Madonie si è aggiudicato un bando pubblico di finanziamento, coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, per un progetto di “Conservazione, ripopolamento e caratterizzazione genetica di specie vegetali endemiche e rare minacciate del Parco delle Madonie”.

Programma con fondi Pnrr per quasi 185mila euro

Il programma, a valere sui fondi del Pnrr, è finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del progetto NextgenerationEu, e punta a tutelare, nell’ambito delle specifiche competenze dell’Ente Parco, alcuni dei più delicati aspetti vegetazionali locali.

A salvaguardia di cinque specie endemiche delle Madonie

Il progetto, dell’importo di 186.464 mila euro e della durata di 20 mesi, prevede essenzialmente misure di conservazione di cinque specie endemiche delle Madonie, tra cui una specie composta da un solo individuo (Adenostyles alpina subs nebrodensis), due Ginestre (Genista demarcoi e Genista madoniensis Raimondo), una di Sorbo (Sorbus aucuparia subs praemorsa) e un intervento di traslocazione per Abies Nebrodensis, il rarissimo abete esclusivo di questo areale, di cui sopravvivono appena 30 esemplari nel vallone Madonna degli Angeli sul versante polizzano dell’Anfiteatro della Quacella.

Le aree di intervento (ad eccezione della traslocazione dell’Abies) ricadono nel territorio del Parco e di dieci Zone Speciali di Conservazione o di Zone di Protezione Speciale.

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