Una maestra della scuola Petrarca di Palermo è stata condannata a 2 anni con il rito abbreviato, pena sospesa, perchè avrebbe maltrattato i piccoli alunni che gli erano stati affidati dalla scuola. Con l’accusa è di maltrattamenti a danni di minori.  Il giudice ha anche sancito l’assoluzione di una collega dell’imputata, Maria Teresa Vitrano.

Una condanna e un’assoluzione

Si tratta di Giuseppa Montalto, un’assistente maestra che era in servizio presso la sede di via Libertà dell’istituto scolastico palermitano. Dalla stessa accusa è stata assolta invece Maria Teresa Vetrano che lavorava nella sede di via Giusti. La scuola è parte lesa e si è infatti costituita parte civile.

Il processo in abbreviato

La sentenza è stata emessa con il rito abbreviato, i fatti contestati risalgono al 2016 per la Montalto e al 2013 per l’altra imputata. Sono state così accolte parzialmente le richieste dei sostituti procuratori Giorgia Righi e Sergio Mistritta, che avevano chiesto la stessa pena anche per l’ex assistente che è stata scagionata (è difesa dall’avvocato Tony Gattuso). Il gup ha poi riconosciuto delle provvisionali di 8 mila euro ai genitori dei bimbi che si erano costituiti parte civile e pure a Luciano Anello, proprietario della scuola e titolare della società “Alba” che lo gestisce, difeso dall’avvocato Enrico Sanseverino.

Altre due maestre a processo

I fatti al centro del processo (per altre due imputate, l’ex maestra Anna Parisi e un’altra assistente, Melania Caruso, è in corso il dibattimento) risalgono alla primavera del 2016 e, nonostante il rito alternativo scelto da Montalto e Vitrano, la sentenza di primo grado è arrivata soltanto oggi. Diversi genitori all’epoca raccontarono dei presunti maltrattamenti all’interno di uno degli istituti più in vista della città ai danni dei loro figli, che avevano allora tra i 3 ed i 6 anni. La denuncia fu poi materialmente presentata da Anello, che comunque parlò di “un caso isolato” e di “semplici rimproveri”, che avrebbero poi scatenato “una sorta di psicosi tra i genitori”.

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