Il pm della Procura di Caltanissetta chiede una condanna a 4 anni, 8 mesi e 10 giorni per una maestra considerata “violenta” nei confronti dei piccoli alunni. Lo riporta oggi il Giornale di Sicilia. Si tratta della vicenda accaduta nel 2019 a Milena, comune della provincia di Caltanissetta, dove venne arrestata con l’accusa di maltrattamenti aggravati Maria Capitano, oggi 62enne, insegnante nel plesso della scuola di infanzia del plesso “Gianni Rodari”.
E’ una “violenta”
Secondo quanto sostenuto dall’accusa, la Capitano avrebbe mostrato atteggiamenti gravemente aggressivi e violenti nei confronti degli alunni. Dunque si conferma in toto la ricostruzione fatta nel corso delle indagini dai carabinieri che hanno evidenziato comportamenti molto violenti della donna, difesa dall’avvocato Claudio testa.
L’indagine
Il provvedimento di arresto all’epoca fu emesso dal Gip del tribunale di Caltanissetta su richiesta del pubblico ministero, al termine di un’indagine scaturita dalle segnalazioni dei genitori dei bambini, di età compresa fra i tre e i cinque anni. I carabinieri, attraverso una telecamera nascosta, hanno documentato i maltrattamenti dell’insegnante che sottoponeva i suoi allievi a minacce, percosse e punizioni di vario genere, tanto da creare un clima di terrore all’interno della classe.
Diversi precedenti
Sono diversi i casi denunciati in Sicilia di presunte violenze ad alunni da parte dei loro insegnanti. Nel settembre scorso è accaduto in provincia di Siracusa dove i carabinieri di Augusta hanno eseguito una misura cautelare, emessa dal Gip del tribunale aretuseo, nei confronti di una maestra di un asilo di Augusta, che è stata sospesa per un periodo di 10 mesi, a seguito delle aggressione ai danni dei bambini della sua classe. Il provvedimento è stato sollecitato dal sostituto procuratore di Siracusa, Marco Dragonetti, che ha coordinato le indagini dopo le denunce di alcune mamme preoccupate per il comportamento anomalo dei loro bambini ritenuto riconducibile, a loro dire, all’atteggiamento violento della maestra. Grazie alle telecamere sistemate all’interno della classe ed alle intercettazioni ambientali audio e video disposte dalla Procura di Siracusa, in poco tempo è stato possibile riscontrare, giorno dopo giorno, i sospetti dei genitori.
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