La Commissione Antimafia siciliana ha deciso di avviare due nuove indagini.
Una prima, sul rapporto mafia-politica, con particolare attenzione alla permeabilità delle istituzioni e delle amministrazioni siciliane, e la seconda sull’attentato all’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci.

Il percorso di lavoro prevede l’audizione dei procuratori delle Dda siciliane, di amministratori locali, dirigenti della regione, giornalisti, tecnici ed analisti. “Il rapporto collusivo tra mafie e politica è diventato più selettivo e più aggressivo – spiega il presidente della Commissione Claudio Fava – l’obiettivo della nostra inchiesta è quello di indagare sulla natura profonda di questo rapporto, sugli strumenti e le compiacenze di cui si nutre e sui danni che determina”.

L’altra inchiesta, quella sul’attentato all’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, scaturisce anche dalle diverse indagini tuttora aperte e dai numerosi elementi di opacità che si sono condensati negli ultimi mesi attorno a questa vicenda.

Infine, il Codice etico sui parlamentari regionali, del quale la Commissione ha discusso la bozza conclusiva che dovrebbe essere approvata tra due settimane per poi andare in aula per la definitiva adozione.
“Sarà uno strumento di trasparenza e di garanzia innovativo, unico in Italia, per evitare che conflitti di interesse e interferenze possano condizionale l’attività del parlamento siciliano e dei suoi componenti – spiega Fava – un corpus di principi, doveri, divieti e sanzioni che dovrà saper garantire l’assoluta autonomia della funzione parlamentare”.

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