Nuovo colpo alla mafia di Porta Nuova a Palermo.
Un’attività svolta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo e dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Palermo ha consentito l’emissione da parte del Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, del provvedimento di sequestro di beni per un valore complessivo di circa 500mila euro a carico di Giuseppe Di Marco, palermitano di 51 anni, arrestato nell’ambito dell’operazione denominata “PEDRO”, al momento libero.

Le indagini patrimoniali seguono l’operazione del dicembre del 2012, che aveva consentito di arrestare numerosi personaggi facenti parte della famiglia mafiosa di Palermo Porta Nuova.

Nell’ambito di questa operazione Di Marco era stato arrestato dai Carabinieri per avere fatto parte, in concorso ed insieme ad altre persone di Cosa nostra, in particolare per avere stabilmente messo a disposizione del gruppo criminale il suo esercizio commerciale di via Palmerino.

Come emerse dalle indagini, nel negozio avevano luogo numerose riunioni fra gli affiliati volte alla gestione dell’organizzazione criminale, e Di Marco provvedeva in prima persona ad organizzare gli incontri che si svolgevano in assoluta segretezza.

Giuseppe Di Marco è stato condannato a 6 anni di reclusione. Nella Sentenza viene messo in evidenza come l’uomo fosse inserito nel contesto sociale e relazionale del suo quartiere, era amico personale e di infanzia di Nicola Milano e, tramite quest’ultimo, conosceva diversi uomini d’onore della sua zona ed era consapevole della loro appartenenza a Cosa nostra.

A confermare il ruolo in Cosa nostra di Di Marco, anche le dichiarazioni fornite dal collaboratore Antonino Zarcone.

La complessa attività investigativa patrimoniale, svolta attraverso minuziosi accertamenti patrimoniali sui beni ritenuti riconducibili a Di Marco, ha consentito di individuare e sequestrare, un patrimonio illecitamente accumulato, del valore di circa 500mila euro costituito da un appartamento a Palermo, un’abitazione in villa bifamiliare ad Altavila Milicia, una quota pari a 2/43 di una piscina ad Altavilla Milicia e tre rapporti bancari.