Blitz della polizia e del Fbi contro le famiglie mafiose anche palermitane che operano tra Italia e Stati Uniti. Sono in corso una serie di fermi tra Palermo e New York nei confronti di 17 persone ritenute appartenenti o legate ad una storica famiglia palermitana.

Chi sono

I 7 arrestati a Palermo dalla polizia sono nomi di spicco. Tra tutti emerge quello dello storico boss di Borgetto Francesco “Ciccio” Rappa, 81 anni, in passato già arrestato per mafia. Secondo l’accusa avrebbe assunto la reggenza del mandamento di Borgetto, collegato a quello di Partinico, creando un collegamento con Cosa nostra americana. Avrebbe con la violenza acquisito il controllo di attività economiche. Figurano poi Giacomo Palazzolo, 76 anni di Balestrate, Giovan Battista Badalamenti, 69 anni di Torretta, due omonimi, Salvatore Prestigiacomo classe ’73 e classe ’79 entrambi palermitani, Isacco Urso, 40 anni di Verbania, e Maria Caruso, 39 anni d Palermo.

Le accuse

I reati per cui si procede sono, a vario titolo, associazione mafiosa, estorsione, turbativa d’asta e incendi aggravati dal metodo mafioso. Nell’operazione, coordinata dalla Procura di Palermo, sono impegnati uomini del servizio centrale operativo di Roma e di Palermo, della squadra mobile, oltre ad agenti del Fbi.

L’attività specifica su Palermo

Nel dettaglio, la polizia di Stato, su delega della Dda, sta eseguendo un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 7 indagati su Palermo. Sono ritenuti responsabili, a diverso titolo, dei delitti di associazione mafiosa ed altri reati connessi. L’operazione vede coinvolti investigatori italiani della polizia, appartenenti al servizio centrale operativo e alla squadra mobile di Palermo, coadiuvati da personale specializzato dei reparti prevenzione crimine, delle unità cinofile, del reparto volo ed agenti speciali dell’Fbi, in qualità di osservatori. Contestualmente, l’Fbi sta eseguendo a New York altre 10 misure restrittive a carico di soggetti indagati per analoghi reati. Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alla questura di Palermo.

Il rafforzamento del binomio

Una delle ultime relazioni del ministero dell’Interno al Parlamento d’altronde avevano evidenziato questo aspetto. Vale a dire un rafforzamento dei rapporti tra esponenti di alcune famiglie storiche di Cosa nostra palermitana, i cosiddetti  “scappati”, con la Cosa nostra americana. Le indagini hanno, infatti, dato conferma dell’evoluzione dei rapporti tra Cosa nostra e gli “americani”, ovvero i perdenti della guerra di mafia contro i corleonesi. Molti di loro, tornati a Palermo, hanno recuperato l’antico potere mafioso, forti anche degli storici rapporti con i boss d’oltreoceano, stringendo addirittura accordi con l’ala corleonese. Sul fronte interno, si registra uno scenario mafioso caratterizzato da un impellente bisogno di un nuovo assetto e di risolvere l’annosa questione della leadership.

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