Le giovani leve della criminalità mafiosa alla conquista dei vertici delle rispettive organizzazioni. E’ questa una delle ‘tendenze’ che emergono dalla relazione semestrale della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia, riferita al secondo semestre 2016.
“Tra le tendenze comuni a cosa nostra, alla camorra, alla criminalità organizzata pugliese e, in parte, anche alla ‘ndrangheta – si legge infatti nel documento – non può non rilevarsi la spinta in atto, da parte di giovanissime nuove leve, ad affiancarsi, se non addirittura a sostituirsi, alla generazione criminale precedente”.
E’ quello che emerge non solo dai risultati investigativi, ma anche dalle statistiche. Se infatti si ripartiscono per fasce d’età i soggetti
arrestati o denunciati, nell’ultimo quinquennio, per i reati propri di mafia (associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso e aggravante del “metodo mafioso”), si nota come la fascia ricompresa tra i 18-40 anni abbia assunto una dimensione considerevole e tale, in alcuni casi (2015), da superare quella dei 40-65.
In secondo luogo, “ma strettamente connessa al ricambio generazionale appena descritto, è la propensione dei giovani
associati – sottolinea la Dia – ad affacciarsi, radicandosi, fuori dalle regioni d’elezione e all’estero, coinvolgendo nei progetti criminosi soggetti con una marcata professionalità nella gestione di attività economico-finanziarie o nella pubblica amministrazione”.
Cambia il metodo di infiltrazione nel settore degli appalti da parte delle organizzazioni criminali che dal sistema di intimidazione mafioso passano sempre più all’infiltrazione in progetti di natura legale. Sono state monitorate 433 imprese (194 al nord, 49 al centro, 189 al sud e una all’estero) e ha eseguito accertamenti nei confronti di 4.820 persone a vario titolo collegate a queste imprese.
I controlli hanno riguardato anche situazioni di primo piano, come Expo, i lavori per la ricostruzione post-sisma e l’ambito delle grandi opere. La Dia ha ricevuto e istruito 170 richieste di accertamenti antimafia nei confronti di 171 imprese estesi a 2.270 persone.
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