Mafia, corruzione, rifiuti ed emergenza, trattativa con lo Stato sui conti della Regione tutto con l’obiettivo di riportare la Sicilia ad essere una regione normale superando tutte le emergenze.

E’ la sintesi del discorso programmatico del Presidente della Regione Nello Musumeci che davanti al Parlamento siciliano ripete in sintesi quanto detto alla stampa nell’ultimo mese. Nessuna sorpresa ma solo un elenco di cose da fare con urgenza.

“A questo governo non è stata concessa neanche la luna di miele – ha detto Musumeci – ci siamo trovati ad affrontare immediate emergenze. Lo sapevamo ma non credevamo di dover scalare montagne”.

Musumeci ha parlato di rifiuti ribadendo “In Sicilia le discariche pubbliche e private sono al collasso, hanno 7-8 mesi di autonomia. per questo occorre dimezzare i rifiuti da mandare in discarica per recuperare un anno di tempo per fare il piano generale dei rifiuti e iniziare a metterlo in pratica”.

Un elemento fondamentale di queste ‘montagne’ da scalare è quello dei conti. “Collaborazione leale con lo Stato, senza sciocco rivendicazionismo e senza irresponsabile atteggiamento remissivo – dice Musumeci -. Noi chiediamo la piena attuazione dello statuto autonomo della Sicilia”.

Mafia e corruzione sono, poi, due facce della stessa medaglia e preoccupano alquanto. Ricordando l’azione dell’ex presidente della Regione Piersanti Mattarella, assassinato il giorno dell’Epifania nel 1980, il governatore Nello Musumeci, nelle sue dichiarazioni programmatiche in Assemblea, ha messo in guardia dalla mafia che “prima di cercare i morti, lo dico soprattutto ai giovani, cerca alleati nella società civile e nelle istituzioni pubbliche”.

E ricordando il recente dossier dell’ufficio statistica della Regione, Musumeci ha definito “assai preoccupanti” i dati sulla corruzione nell’isola, “se è vero che la percentuale supera la media nazionale”.

“Nell’ultimo decennio il rapporto tra imprese, politica e burocrazia è stato sempre più difficile e controverso “ha poi aggiunto Musumeci. Bisogna “ripensare alla sorte dell’Irfis venuta meno alla propria funzione istituzionale, ma anche alla sorte dell’Ircac e della Crias e ipotizzare, perché no, una sola struttura per il credito alle piccole e medie imprese”.

Fra gli obiettivi politici quello di far rinascere le province sia per gestire il sistema dei rifiuti che per tanto altro.  “Alle Province bisogna attribuire maggiori competenze, altro che smantellarle”.

Musumeci ha confermato la linea del Governo sull’elezione diretta degli organismi delle ex Province (oggi Liberi consorzi) e delle tre città metropolitane (Palermo, Messina e Catania). In attesa dell’esito del ricorso presentato dal governo della Regione contro l’impugnativa da parte del Cdm della legge regionale sulle ex Province, Musumeci ha invitato l’Assemblea a modificare la legge sugli enti intermedi.

In tema di abusivismo edilizio, che è stato al centro delle polemiche elettorali il presidente della regione si schiera chiaramente “La lotta all’abusivismo non è uno slogan da campagna elettorale, ma non esiste l’abusivismo di necessità: esiste l’abusivismo. Sarebbe però da sprovveduti dire che tutte le case abusive vanno abbattute, bisogna verificare caso per caso senza legittimare un abusivismo di serie A e un abusivismo di serie B”.

Anche la sanità va rivista “si provvederà in questi mesi alla parziale revisione della rete ospedaliera” in Sicilia.  “L’obiettivo finale di tutto questo è riconsegnare ai siciliani una Regione normale” dice il governatore citando don Luigi Sturzo.

Infine la nota politica per eccellenza “A questo Parlamento non chiederemo inciuci o accordi sotterranei ma di pronunciarsi sulle cose. Ciascuno deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte davanti ai siciliani. La prima cosa che dobbiamo combattere è la rassegnazione che in Sicilia è nata subito dopo Dio”.

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