La crisi economica continua a mietere vittime nel tessuto economico di Palermo. L’ultima, soltanto in ordine cronologico, è il Magneti Cowork, uno spazio dedicato allo studio che si trova in via Amari. Un’attività basata su un’idea di economia circolare nella quale, all’acquisto di un bene o servizio, si ricevano dei punti che corrispondevano al tempo in cui si poteva sostare all’interno della struttura. Locali che, però, sono stati utilizzati anche per importanti convention politiche. Solo nell’ultimo periodo, il Magneti Cowork è stato il palcoscenico delle convention di Carlo Calenda, del M5S e di Sinistra Civica Ecologica. Oggi, però, le luci si spengono. Così come le speranze di chi ha riversato tempo e risorse economiche in quest’azienda.

Pandemia e caro bollette

A comunicare la chiusura dell’attività è il proprietario Giuseppe Pignatone, costretto ad alzare bandiera bianca a causa del notevole abbassamento di clientela e fatturato, dipendente inevitabilmente dall’attuale pandemia da covid-19. “Da lunedì 14 marzo il Magneti Cowork chiude – ha scritto l’imprenditore -. L’attività è nata dal desiderio di dar vita ad un sogno. Quello di creare uno spazio libero, nuovo, capace di favorire l’attrazione tra le diverse anime di questa nostra grande città. Il Magneti Cowork era anche un’attività commerciale e come tale doveva rispondere a delle logiche di ordine economico e purtroppo questi ultimi due anni di pandemia sono stati devastanti“.

A dare la mazzata definitiva alle sorti dell’attività commerciale è stata l’ultima ondata di aumenti, in particolare sul caro bollette. Un fatto che ha costretto il proprietario ad imporre lo stop alle macchinette e ai servizi annessi alla propria attività. Impossibile, infatti, mantenere i costi di tutte quelle attrezzature con l’attuale flusso di ricavi dell’attività. Entrate sulle quali Pignatone aveva speranze di crescita con l’allentamento delle restrizioni, mai arrivato nella qualità e quantità sperata.

Il messaggio del proprietario del Magneti Cowork

Nelle parole di addio di Pignatone, rimane l’amarezza per il finale registrato dalla sua attività. Ciò ripensando agli investimenti fatti e a tutti i rapporti umani che si sono sviluppati all’interno della stessa. Un pensiero che rappresenta una delle grandi verità dell’economia: dietro un’azienda ci sono uomini e donne, con le loro relative famiglie e la propria umanità. E, ogni qual volta un’attività chiude, questo va via come la neve al sole. Concetto sul quale si dovrebbe riflettere, in particolare in un momento così difficile come quello che sta vivendo Palermo e l’intero paese.

Aver immaginato un luogo catalizzatore di relazioni, connessioni, emozioni e progetti è stata e resterà una grandissima soddisfazione – sottolinea -. Resta la speranza e il desiderio che ciò che è nato in questo spazio si mantenga e cresca nel tempo. Grazie, grazie per le vostre opinioni grazie per il rispetto mostrato in questi anni per il luogo e per chi lo viveva. Per i vostri sogni capaci di dar vita anche a delle tavole di legno, e ancora grazie a chi ha compreso il senso del Magneti e si è sentito a casa. Ancora grazie per avermi permesso di stare in mezzo a voi, di conoscervi, di vedervi crescere e di ammirare l’alba della splendida generazione che sta nascendo a Palermo”.

 

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