Accade che in Sicilia una persona molto malata abbia necessità di sottoporsi ad un esame medico specialistico ma non esista, nell’Isola, una macchina tarata per chi ha un peso superiore ai 110 chili.
Accade che questa stessa persona venga ‘spedita’ da un ospedale all’altro, in piena emergenza sanitaria, con una serie di “provi lì” e “forse” e dopo estenuanti telefonate e vane speranze rimanga a mani vuote, senza fare il suo esame.
Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera-denuncia di Basilio Milatos, e che, riteniamo, non abbia bisogno di ulteriori commenti. A voi le deduzioni.

Come inizia la storia di Basilio

Ecco la lettera:
“Questa è la storia di uno di noi…”
Il ragazzo della via Gluck di Celentano però non c’entra. Qui si tratta solo di un cittadino siciliano che ha la sfiga, in Sicilia più sfiga che altrove, di imbattersi in una malattia autoimmune, dal nome piuttosto cacofonico: artrite psoriasica. La simpaticona colpisce le articolazioni principali e spesso nella sua progressione, se non curata efficacemente, anche altri organi. È dolorosa e può essere molto invalidante.

E quindi, direte voi? Sarà mica il primo. No, certo. Ma vedete, questo tipo di artrite richiede delle terapie specifiche, c.d. immunodepressorie. E siccome questo cittadino, che chiameremo convenzionalmente Basilio, molti anni fa ebbe una brutta infezione ossea che potrebbe essersi cronicizzata e che, se presente, renderebbe sconsigliabili tali terapie, deve tassativamente fare un esame specifico, come ririchiesto dal reumatologo.
Anche qui il nome è tutto un programma: scintigrafia con leucociti marcati. Una vera passeggiata di salute: sintetizzando al massimo, prelevano del sangue, scindono i globuli bianchi dal resto, li “marcano” con una sostanza radioattiva e poi te lo riiniettano. Il giorno dopo, con l’ausilio di una macchina, si vede se e come questi leucociti marcati agiscono, in presenza di un eventuale elemento infettivo. È un esame altamente specialistico che richiede alta professionalità.

All’ospedale Civico di Palermo

Dove lo fanno a Palermo? Pare solo a Medicina Nucleare dell’Ospedale Civico. Benissimo, prenotiamo e andiamo. E qui iniziano le sorprese:

-Ci dispiace, la macchina è tarata per 140 kg.
-Mi dichiaro colpevole, Dottore, peso assai. Lo so, è una grave colpa in Sicilia, dove notoriamente siamo tutti maratoneti keniani medaglie d’oro sul fondo, ma dovrei rientrarci per un pelo.
-Sì, ma per cautela non la utilizziamo su pazienti che siano oltre i 110 kg. Mi dispiace. Provi a Caltagirone, forse lì la possono aiutare.

Il tentativo a Caltagirone

Telefonate e mail a medicina nucleare di Caltagirone. Fanno l’esame e la macchina non è esile, regge anche i pazienti pesanti.
“La chiameremo a brevissimo” dice al telefono una sorta di Catarella tuttofare del reparto, che non appare granché affidabile, ma se lo dice lui…

L’ospedale di Enna

Passano diversi giorni, il nostro cittadino Basilio continua ad essere sofferente e senza terapie. Allora si rivolge all’ospedale di Enna, stavolta al telefono risponde una dottoressa molto cortese e professionale. “Venga domani, e poi tornerà la prossima settimana, non è proprio lo stesso esame ma simile, anche questo con buona efficacia diagnostica”. Il nostro Eroe (perché in Sicilia chi ha bisogno di Sanità Pubblica diventa un Eroe) parte da Palermo e va. Pare procedere tutto regolarmente, ma alla seconda “passeggiata” scatta l’intoppo malefico:

-Ci dispiace, lei ha un anticorpo, molto raro, che rende fortemente sconsigliabile la somministrazione del farmaco che avremmo dovuto iniettarle per fare poi questo tipo di scintigrafia, che si chiama con granulociti (e non leucociti) marcati. Naturalmente le facciamo rimborsare il costo del ticket che ha pagato.
-Scusi, ma visto che lo avete verificato con un semplice prelievo, non potevate farlo la prima volta, così avrei evitato di venire due volte in 5 giorni?
-È una cosa rara, mi dispiace…
-Sapesse a me…

Torniamo alla carica con Caltagirone, pare non ci sia alternativa. Risponde ancora il Catarella de’ nuantri.

-Pronto, è la Medicina Nucleare di Caltagirone?
-Sì, mi dica
-Salve, sono Basilio Milatos, si ricorda, ci siamo sentiti la settimana scorsa, sono quello che vi ha mandato l’email coi vari allegati per la scintigrafia con leucociti marcati. Lei mi aveva detto che a brevissimo mi avreste chiamato per fare l’esame…
-Veramente un m’arricordu
-Scusi, io ho parlato proprio con lei, e lei molto cortesemente ha chiesto al medico responsabile che si occupa di questi esami. So che era lei perché ha una voce inconfondibile!
-Grazie (tuttu priatu). Ah sì, ora m’arricordu. Eh, e quindi?
-Come e quindi?? Lei mi aveva detto che ero a turno e a brevissimo mi avreste fissato l’esame, ho molta urgenza, in più devo venire da Palermo, mi devo organizzare, dato lo spostamento…
-Ehhhh, un si preoccupasse, la chiameremo certamente tra poco!
-Scusi se insisto, ma per farle capire: senza questo esame non posso iniziare una terapia per me fondamentale, le chiedo l’enorme gentilezza di sollecitare
-A mmia quannu fate accussi’ mi dispiace: mica cca nni passamu u’ tempu a manciari cioccolatini
-Grazie intanto per darmi del Voi, ma le assicuro che sono uno singolo, poi non mi permetterei mai. A maggior ragione che nella vostra zona casomai meglio i pasticcini alla mandorla che i cioccolatini! Solo che, visto che intuisco che lei è una persona sensibile, le chiedevo la cortesia di farmi fissare dal medico addetto appuntamento “a brevissimo”, come dice lei
-Abbia fiducia, a brevissimo la chiameremo
-Anche 10 giorni fa era “a brevissimo”
-A brevissimo
-Fantastico. A brevissimo (le piace questa espressione, eh?). Attendo fiducioso allora!

Il nostro Eroe è pressoché disperato. Oltre che sempre più dolorante. Dopo alcuni giorni squilla il cellulare, prefisso Caltagirone. È lui, Catarella.

-Venga giovedì 8 aprile, alle 8.30. Arrivederci.
-Aspetti! Devo venire digiuno, l’esame si fa in giornata, devo portare qualcosa, mi dia qualche indicazione…
-Ah, sì: l’esame si fa in due giorni, dovrà tornare anche il venerdì. E non prenda antibiotici, accussi’ mi pare.
-Le pare?? A posto siamo…

Il viaggio a vuoto

Arriva il D-Day. Il Nostro va la sera prima, lascia Palermo zona rossa e prende alloggio a Caltagirone. Il giorno indicato, alle 8.30 in punto, è all’ospedale. La compagna paga il ticket per la prestazione prescritta in ricetta del SSN e inizia la lunga attesa. Passa un’ora, poi due. Finalmente viene chiamato, c’è da fare il prelievo e l’anamnesi col medico del reparto. Esamina i documenti, fa qualche domanda, per inquadrare la situazione del paziente. Si imbatte nella relazione di Enna.

-Ma scusi… quindi a Enna non le hanno potuto fare l’esame per la questione dell’anticorpo?
-Eh no, per questo sono qui
-Ma… qui noi facciamo lo stesso esame di Enna, per cui, mi spiace, non è possibile farlo.

Silenzio. Gelo. Al Nostro affluisce evidentemente molto sangue in viso, deve essere piuttosto “colorito” e anche gli occhi infuocati.

-Quindi, facciamo a capirci: voi avete ricevuto due mail e due telefonate, con allegate la relazione del reumatologo e la ESPRESSA indicazione dell’esame richiesto; in più, la ricetta del medico curante con la descrizione codificata dello stesso esame. Mi avete fatto arrivare fin qui, dopo avermi rassicurato più volte. Infine, il vostro sportello CUP si è fatto pagare oltre 60 euro di ticket e poi… si scopre che questa prestazione sanitaria voi non la erogate??? Mi dica che siamo su Scherzi a Parte, Dottore, me lo dica, è meglio per tutti, mi creda…
-Sono costernato e mortificato, ma…

Il lieto fine non c’è

Il racconto termina qui. Non è il caso di riportare le conversazioni, i toni e le parole dette, e molte anche non dette, nei minuti successivi. Di certo, è probabile che siano stati uditi fino alla famosa scalinata di Caltagirone.

E il lieto fine? Non è previsto. Non quando un Siciliano ha bisogno di un esame specialistico, forse particolare, ma che in altre regioni fanno. Perché in Sicilia no? Perché un cittadino, che già sta male di suo, deve andare a Pisa, o a Bologna, o a Potenza o chissà dove per farlo??

Oltre che il lieto fine, non ci sono neanche le risposte. Così è, se vi pare.

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