Otto dei 18 manager della sanità, nominati nei giorni scorsi dal governo Schifani, hanno in corso procedimenti penali. E’ quanto emerge dalla seduta della commissione Affari istituzionali dell’Ars che stamattina si è riunita per l’esame dei curricula, atto propedeutico alla concessione del parere.

La richiesta di approfondimenti

La seduta si è conclusa con la richiesta di approfondimenti, fatta dal Pd ma anche da alcuni commissari di maggioranza, all’assessore alla Salute, Giovanna Volo. In particolare la commissione ha chiesto al governo i casellari giudiziari dei manager nominati, le valutazioni dell’Agenas e dell’assessorato alla Salute sul raggiungimento annuale degli obiettivi; eventuali procedimenti di commissariamento nei confronti degli incaricati nel caso abbiano assunto già in passato il ruolo manageriale, i verbali della commissione d’esame e una relazione sui motivi dei due elenchi in cui furono inseriti gli aspiranti manager tra più e meno idonei.

Tra i 18 manager, otto risulta che abbiano procedimenti giudiziari in corso: i reati, a vario titolo, sono abuso d’ufficio, omicidio colposo, concorso formale-reato continuato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rapporto di causalità, interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, lesioni personali colpose, delitti contro il patrimonio mediante frode e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Per regolamento la commissione deve dare il parere sulle nomine entro trenta giorni, il timer scatterà dal momento in cui avrà ricevuto dal governo le risposte agli approfondimenti richiesti.

Chi sono

I direttori generali che hanno dichiarato di non avere procedimenti penali in corso sono Ferdinando Croce, Salvatore Lucio Ficarra, Giuseppe Giammanco, Maurizio Letterio Lanza, Giuseppe Cucci, Giuseppe Capodieci, Daniela Faraoni, Walter Messina, Catena Di Blasi.

Nicola Catania perde il seggio Ars

Nicola Catania perde il suo seggio all’Ars. Il deputato FdI perde il nuovo round del derby interno ai meloniani con Giuseppe Bica. La sentenza d’appello del processo civile che vede l’ex sindaco di Custonaci reclamare il seggio all’Ars assegnato a Catania si è conclusa in favore di Bica.

Bica aveva già vinto in primo grado, ma il ricorso in appello di Catania aveva congelato la contesa. Catania, che farà ricorso in Cassazione, era risultato primo degli eletti FdI in provincia di Trapani ma Bica aveva fatto ricorso per ineleggibilità del compagno di partito che aveva mantenuto una carica di amministratore dirla Srr Trapani Sud. Catania si era dimesso in ritardo rispetto alla competizione elettorale.

Articoli correlati