La macchina regionale siciliana rischia il blocco visto che, a causa dei prepensionamenti e dei pensionamenti ordinari, mancherebbero all’appello tanti dirigenti e funzionari. Ora però il governo Regionale starebbe pensando a nuove assunzioni e a nuovi concorsi, come ha detto l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Marco Zambuto. “Il problema non è nuovo, ma noi stiamo già lavorando con Roma per risolverlo”, lo dice Zambuto in una intervista a La Repubblica Palermo nel corso della quale ammette che il problema esiste davvero. “La Regione se lo trascina dalla firma del piano di rientro dal debito e da tempo chiediamo che il blocco del turnover venga eliminato”.

Assunzioni sono la priorità

La Regione ora potrebbe avviare una nuova stagione di concorsi come conferma Zambuto. “Adesso c’è un negoziato aperto con Roma per cercare di modificare la situazione e poter procedere a nuove assunzioni”. Secondo l’assessore regionale, “sbloccare la situazione è prioritario perché non vogliamo che ci siano ostacoli di sorta alla valorizzazione delle opportunità offerte dal Pnrr”.

Dimissioni di Musumeci non mettono a rischio i concorsi

La Sicilia potrà tornare ad assumere quindi con concorsi per “assunzioni vere e proprie”, aggiunge Zambuto” e il rischio di dimissioni anticipate di Musumeci di cui si parla in questi giorni non metterebbero a rischio le trattative con Roma. “Non penso – risponde l’assessore -, perché si tratta di un ragionamento che ha a che fare con la macchina che consente il funzionamento della Regione”. Sono comunque i dirigenti a mancare all’appello e la Regione punta anche a una rinegoziazione del contratto dei regionali “che porterà anche a una riqualificazione del personale attualmente impiegato”.

Quali saranno le spese per la Regione?

“Tutto è stato fatto nel rispetto del tetto di spesa previsto dalla normativa nazionale, in modo che la presidenza del Consiglio dei ministri o la Corte dei conti non possano poi impugnare il provvedimento – dice Zambuto -. Abbiamo individuato e stanziato 54 milioni, già inseriti nella nuova finanziaria.

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