Ospiti in collegamento della quinta puntata di Casa Minutella, in diretta su BlogSicilia.it, sono stati Antonio Cascio, primario di infettivologia del Policlinico Palermo, e Massimo Geraci, primario del Pronto Soccorso del Civico.

Cascio, commentando la situazione attuale, ha affermato: «La curva ha assunto un andamento esponenziale. Non solo la curva dei positivi ma anche quella dei ricoverati, dei pazienti in terapia intensiva e dei morti. I numeri sono apparentemente contenuti ma in crescita. È giusto, quindi, porre in essere tutto quello che si può fare per evitare l’incremento. Sono, però, contrario al lockdown completo ma bisogna portare altre iniziative, come incrementare i controlli in città». Per l’infettivologo, ad esempio, potrebbe essere opportuno «vietare ai minorenni di uscire da soli dopo le 18».

Geraci ha poi descritto la situazione critica al Pronto Soccorso del Civico: «Abbiamo superato il limite delle fonti d’ossigeno per i pazienti con l’insufficienza respiratoria. Oggi il repentino arrivo di alcune ambulanze ha portato ore di crisi. Viaggiamo sul filo del rasoio. La situazione è difficile ma si sta lavorando per aumentare i posti letto. La soluzione, infatti, passa attraverso la più rapida implementazione dei posti letti dedicati ai pazienti Covid». Geraci ha, infatti, sottolineato che «mancano le risorse logistiche, le postazioni per potere gestire i pazienti».

Poi lo sfogo contro chi nega l’emergenza: «La devastazione polmonare che abbiamo osservato anche nei pazienti giovani non consente a nessuno, che non abbia cognizione di ciò che dice, di potere soltanto immaginare che questa patologia sia assimilabile all’infuenza. Ed è veramente penoso vedere sul web video creati ad arte, riprendendo i momenti in cui non ci sono ambulanze, per portare acqua a un mulino di nessuno. Ora, non è che tutti coloro che prendono la malattia, finiscono in ospedale. Non è così. Si tratta di una sparuta percentuale. Ma è molto difficile e triste vedere 40enni, 50enni, che piangono con il casco in testa quando parlando al telefono con i figli».

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