Non intende ‘mollare la presa’ la procura di Palermo su Pino Maniaci il giornalista bandiera dell’antimafia della provincia di Palermo con la sua emittente Telejato, accusato di estorsione nei confronti dei sindaci di Partinico e Borgetto.
Dopo che, grazie ad un cavillo legato ad una notifica fuori termini, il tribunale del riesame ha revocato la misura del divieto di soggiorno nelle province di Palermo e Trapani, arriva una nuova misura analoga comminata, stavolta, per la tentata estorsione anche ad un assessore non contestata nella prima trance dell’inchiesta per decisione del gip
L’appello del pm di Palermo è stato accolto ma la misura per il momento sarà solo virtuale. Alla difesa sono stati assegnati i termini per ricorrere in cassazione e solo dopo la misura può, se confermata, tornare in vigore.
Un ricorso quasi scontato visto che la decisione viene comunque contestata dai legali di Maniaci, gli avvocati Antonio Ingroia e Bartolomeo Parrino, che la ritengono ingiustificata e ricordano quale ne sarebbe l’ effetto finale, impedire cioè ai giovani collaboratori dell’ emittente di Partinico di avere con sé il loro direttore.
Maniaci era stato sottoposto al divieto di dimora per due presunte estorsioni, una ai danni del sindaco di Partinico, Salvo Lo Biundo, l’altra contro il primo cittadino di Borgetto, Gioacchino De Luca: avrebbe preteso soldi e un lavoro per un’amica per non attaccare le due amministrazioni.
Un terzo episodio – racconta oggi il Giornale di Sicilia – era stato invece ritenuto privo di valenza indiziaria da parte del Gip: si trattava della presunta imposizione – fatta, secondo l’ accusa, sotto la minaccia di nuovi attacchi da parte dell’ emittente – dell’acquisto di duemila magliette targate Telejato da parte dell’ assessore comunale di Borgetto Gioacchino Polizzi, costretto pure, oltre che alla sponsorizzazione non gradita, a pagare l’ affitto di casa di Maniaci per tre mesi. Questo fatto era stato ritenuto ininfluente anche perché era molto lontano nel tempo (era stato rilevato grazie a un’ intercettazione dell’ 8 maggio 2013) e aveva dato il via agli accertamenti contro il giornalista.
Dopo il no del Gip i pm Roberto Tartaglia, Francesco Del Bene, Annamaria Picozzi e Amelia Luise avevano fatto appello al riesame, così come gli avvocati Parrino e Ingroia avevano impugnato la misura cautelare, concessa per gli episodi Lo Biundo-De Luca. Nell’udienza di trattazione del ricorso di Maniaci era emerso un difetto di notifica, un vizio insanabile che aveva causato la revoca della misura. Ora la nuova decisione, solo virtuale per il momento e che, secondo la difesa, rappresenta un ‘controsenso’.
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