Maxi operazione antimafia della Guardia di finanza. Sono finite in carcere 24 persone e quattro ai domiciliari.

Tra questi Giuseppe Corona cassiere di un bar di fronte al porto, ma che secondo le le indagini del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, coordinate dalla procura diretta da Francesco Lo Voi, teneva i conti di Cosa Nostra.

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Il tesoriere di Cosa nostra è tornato in cella questa mattina con l’accusa di aver investito un fiume di soldi per conto delle famiglie mafiose: in bar, tabaccherie, negozi e poi in tanti immobili. Affari realizzati attraverso nuovi insospettabili prestanome e professionisti che operavano nell’ombra.

L’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Salvatore De Luca e dai sostituti Roberto Tartaglia, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Siro De Flammineis oltre agli arresti coinvolge anche diciannove indagati hanno invece il divieto di dimora in città.

ANCHE IL FIGLIO DI UN PENTITO COINVOLTO NELL’INCHIESTA

Questo dice il provvedimento emesso dal gip Antonella Consiglio. Nelle rete del nucleo speciale di polizia valutaria di Palermo, diretto dal tenente colonnello Saverio Angiulli, è finito nuovamente l’avvocato Nico Riccobene, già indagato per aver gestito il tesoro dei costruttori boss Graziano: adesso, ora è ai domiciliari. E non è l’unico insospettabile fra gli indagati.

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