L’assessorato regionale all’Energia si è costituito parte civile al processo, appena cominciato, all’ex consulente della Lega Paolo Arata, al figlio Francesco Paolo, al funzionario regionale Alberto Tinnirello e all’imprenditore Antonello Barbieri, tutti accusati a vario titolo di corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni.

Si tratta di una tranche di un procedimento che, a giugno scorso, ha portato all’arresto degli imputati e dell’imprenditore dell’eolico Vito Nicastri ritenuto tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Nicastri, nel frattempo, insieme al figlio Manlio, ha patteggiato la pena per gli stessi reati. L’indagine ruota attorno a un giro di mazzette a funzionari regionali per favorire l’iter di approvazione di impianti di energie alternative.

Nell’ambito dell’inchiesta sono stati sentiti come persone informate sui fatti, per chiarire i rapporti della politica con il faccendiere che in società occulta Nicastri tentava di fare affari da 15 milioni di euro nelle energie pulite in Sicilia, l’assessore all’Energia Pierobon, quello al Territorio Cordaro, quello alle Attività produttive Turano e il presidente dell’Ars Miccichè.

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