Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip Paolo Magro, il funzionario della Protezione civile regionale, Luigi De Luca, e l’imprenditore messinese Sebastiano Grillo, arrestati la scorsa settimana nell’operazione Caramelle della guardia di finanza del comando provinciale di Palermo su un presunto giro di tangenti per velocizzare le pratiche. Le telecamere piazzate nella stanza del funzionario regionale avrebbero ripreso l’imprenditore messinese passare soldi nascosti in alcuni pacchetti di caramelle.

Le indagini sono in corso anche perché dalle chat su Whatsapp nel cellulare del dipendente della protezione sono state trovate conservazioni con altri imprenditori due di questi catanesi finiti in inchieste della procura di Catania. Il gip ha confermato la misura degli arresti domiciliari per i due arrestati. L’avvocato Salvino Pantuso che difende De Luca e Bartolomeo Romano hanno presentato un ricorso al tribunale del riesame.

L’operazione

Presunta corruzione al dipartimento Protezione civile della Regione Sicilia. Due gli arresti nell’operazione battezzata “Caramelle” dei finanzieri del Comando provinciale di Palermo che hanno dato esecuzione alle misure emesse dal gip su richiesta della procura del capoluogo siciliano. Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo di polizia economico finanziaria – Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi, avrebbero documentato illeciti compiuti da un imprenditore e da un funzionario del Dipartimento regionale della Protezione civile, posti ai domiciliari.

Le indagini

Secondo quanto accertato dai finanzieri, il funzionario del Dipartimento regionale della Protezione civile siciliana, in qualità di addetto alle procedure di liquidazione, in cambio di denaro, si sarebbe adoperato per velocizzare i controlli di propria competenza, sollecitare i propri colleghi a svolgere con tempestività i loro adempimenti, affinchè venissero celermente pagate fatture per circa 130 mila euro.

L’imprenditore, infatti, in qualità di referente di due imprese edili del Messinese, aveva svolto lavori commissionati da Comuni delle province di Caltanissetta e Messina. E’ emerso, in particolare, come presso il proprio ufficio il pubblico ufficiale, in cambio dei favori concessi e della sua attenzione, avrebbe ottenuto dall’imprenditore somme di denaro consegnate in tre pacchetti lasciati sulla scrivania e presentati, all’atto della consegna, come «caramelle». Almeno due gli incontri che sarebbero avvenuto con quetsa modalità

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