Un ulteriore attacco alla sanità pubblica, più esami a pagamento e pazienti a rischio. Sono molti i medici in posizione di aperta – ma costruttiva – polemica contro il decreto del ministero della Salute del 9 dicembre 2015 sull’appropriatezza prescrittiva.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 20 gennaio 2016, il decreto individua le condizioni di erogabilità e le indicazioni per 203 prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili nell’ambito del Servizio sanitario nazionale.

In particolare, le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva riguardano: Odontoiatria, Genetica, Radiologia diagnostica, Esami di laboratorio, Dermatologia allergologica, Medicina nucleare.

Sul provvedimento stanno piovendo molte critiche, tra cui quelle dell’Ordine dei Medici di Palermo, dove stamane si è tenuto una conferenza per fare il punto della situazione.
Con l’obiettivo di una razionalizzazione e contenimento della spesa, esami e visite considerate inappropriate saranno quindi totalmente carico dell’assistito. I medici sono preoccupati e non poco.

Lo conferma Toti Amato, presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo: “Questo decreto va ritirato – dice – crea solo conflittualità tra medici e pazeinti e deve essere riscritto in maniera corretta, cioè coinvolgendo tutti gli attori sanitari e i cittadini”.

Dello stesso avviso Giovanni Merlino, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Palermo che definisce il decreto “iniquo ed ipocrita, perché spaccia per appropriatezza -spiega – quella che è l’ennesima misura di razionamento di costi e possibilità di cure per i cittadini”.

Sulla questione interviene anche il Tribunale regionale dei Diritti del Malato, il cui segretario Pippo Greco chiarisce: “Il decreto appropriatezza è arrivato in un momento completamente lontano da quello che sono i bisogni dei cittadini, occorre chiarezza, occorre una convocazione reale di tutti i soggetti che devono fare i conti col servizio sanitario nazionale che sta a cuore ai cittadini. E’ un momento di grande confusione, in pratica stiamo assistendo a una condizione di ritorno indietro rispetto al criterio fondante che il principio legislativo dovrebbe avere, ovvero il benessere del paziente e del cittadino”.

I medici scettici riguardo al decreto hanno dato vita ad un Osservatorio al quale i pazienti possono rivolgersi per avere chiarimenti, basta scrivere alla casella di posta sosappropriatezza@cittadinanzattiva.it.

Anche gli infermieri ritengono che il nuovo provvedimento possa creare danno alla qualità del servizio sanitario e che non tuteli abbastanza i cittadini. Francesco Gargano, presidente del Collegio degli Infermieri di Palermo preferisce parlare “di appropriatezza professionale ed organizzativa. Vogliamo mantenere – conclude – standard di cura elevati, e nuovi modelli assistenziali per dare veramente risposta ai bisogni dei cittadini in maniera sicura ed adeguata”.

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