Un emendamento per combattere i “fenomeni di ricettazione” all’interno del mercato dell’usato di Ballarò. Questo è il senso dell’emendamento presentato dal consigliere comunale di Azione Fabrizio Ferrandelli ed inserito all’interno della delibera sul canone unico patrimoniale (CUP) relativa al tariffario per l’occupazione di suolo pubblico. Atto passato a Sala delle Lapidi fra mille polemiche e dopo un durissimo muro contro muro fra l’area politica di Palazzo delle Aquile e gli uffici del Comune. A dire “no” inizialmente era stata la ragioneria generale, per bocca del vice-segretario Roberto Pulizzi. Il tecnico aveva espresso parere contrario in quanto l’atto non rispettava i requisiti della triennalità e non veniva quantificato il minore gettito per le casse comunali. Elemento che diventava chiave sia in vista del piano di riequilibrio, su cui oggi Sala delle Lapidi inizia la trattazione, che del bilancio di previsione 23-25.
Ferrandelli: “Riportare al decoro quel tratto di città”
Criticità sanate, dopo oltre due ore di sospensione, attraverso un sub-emendamento presentato proprio dall’esponente di Azione insieme al consigliere della Nuova DC Salvo Imperiale. Una viceda ricostruita dallo stesso Fabrizio Ferrandelli che, in una nota, rivendica il successo dell’iniziativa consiliare. “Usando un po’ il pugno duro, pretendendo che la politica sia libera di scegliere i percorsi più adatti al contrasto di un fenomeno illegale e pretendendo che i burocrati suggeriscano le modalità corrette ad attuarli senza che diventino barriera al fare, ieri abbiamo votato un provvedimento importante. Far emergere in alcune strade di Ballarò, grazie a delle agevolazioni, le attività economiche “tracciabili” regolarizzandole e colpendo quelle illegali “isolandole”“.
L’esponente di Azione è stato molto duro ieri in aula, parlando apertamente di un ‘mercato aperto al commercio di merce rubata’. Fatto sul quale l’alfiere di Carlo Calenda in Sicilia è chiaro. “Mai più bancarelle improvvisate della ricettazione “tollerata”! Per regolarizzarti a costo zero devi poter dimostrare infatti la provenienza della merce esposta, far conoscere l’identità del venditore che diventerà richiedente del suolo pubblico e quindi garantirne la sua rintracciabilità. Una battaglia coraggiosa, a viso aperto e dai risultati tutti da scoprire. Però, di certo, un primo passo è stato fatto. Che torni anche il decoro in quel tratto di città, che lambisce il patrimonio Unesco, il museo Gemmellaro e altri beni monumentali disseminati da rifiuti, urine e spesso anche feci”.
Commenta con Facebook